giovedì 16 marzo 2017

Due vocazioni: scomparire e comparire

Matteo 5, 13 ss.   «Voi siete il sale della terra. Voi siete la luce sulla terra».

Ci sono due vocazioni  per chi ha lo stile di vita di Géshua: vocazione a scomparire come il sale e vocazione a comparire come la luce. In entrambe  una sola vocazione; quella all'autenticità cioè a essere ciò che siamo. Disponibilità a salire davanti a tutti quando serve  e  disponibilità a scioglierci e sparire affinché tutti manifestino se stessi. Il nostro comparire è autentico se non alza polveroni lungo le strade del mondo; il nostro ritirarci è autentico se nessun vittimismo lo inquina.

Géshua fu semplicemente se stesso, con un unico cuore, sia da solo nelle campagne della sua terra sia tra le folle. Come la lucerna che si lascia mettere in alto quando serve, e si lascia spegnere quando non è più necessaria.

Il Sale

Il sale ha la natura di sciogliersi negli alimenti e scomparire. E' se stesso quando si scioglie e, scomparendo, mette in risalto i sapori del cibo. Nelle cose il sale è avvertito solo se manca o se è troppo. Quando è giusto il suo sapore scompare e compaiono i sapori originali delle cose. Il sale ha la vocazione di morire a se stesso, esaltando i sapori delle cose.  Géshua , il sale della terra. Nella vita terrena non ha posseduto nulla. Durante l'ultima cena, disse che era bene che egli se ne andasse, altrimenti i suoi discepoli non si sarebbero risvegliati allo Spirito (Gv 16,7). I discepoli avrebbero compiuto opere più grandi delle sue (Gv 14,12). La sua morte era volontà del Padre e il suo ritirarsi per fare spazio ai discepoli era la sua gloria. 

Per la Chiesa l'immagine del sale è la regola della sua autenticità: sciogliersi e scomparire, affinché tutte le creature risuscitino il loro sapore originale. La Chiesa autentica non occupa spazi, ma è sale per tutti gli spazi; non possedendoli, ma purificandoli affinché siano se stessi. Il sapore autentico di ogni cosa è il sapore cristiano, perché non esiste un sapore cristiano a sé stante, come non esiste quello del sale, se non disperso nel tutto

La luce

«Voi siete la luce del mondo». La vocazione della Chiesa è da un lato quella del sale che sciogliendosi scompare, dall'altro è quella della lucerna che si accende e si mette in alto, affinché tutti la vedano e permetta a tutti di vedere. La luce attraversa gli spazi vuoti e si posa sulle cose creando visibilità e stupore, non su se stessa, ma sui colori delle cose che essa rende visibili e apprezzabili. La lucerna, a sua volta, è messa in alto non per far vedere se stessa, ma perché tutti vedano e tutto sia veduto. La vocazione a scomparire propria del sale e quella a comparire propria della luce, opposte nella forma, hanno una sola finalità: essere a servizio, il sale essendo sale e la luce essendo luce.

Nel vangelo di Giovanni c'è un racconto bello tra Géshua e Nicodemo, un dottore del Sinedrio di Gerusalemme che da tempo desiderava incontrare Géshua. Alla fine si decise; ma, per rispetto umano, Nicodemo andò da lui nel buio di una notte. E, nel buio della notte, Géshua gli parlò per tutto l'incontro della bellezza della luce.

Luce e tenebra sono due poli importanti nel Vangelo di Giovanni; sono le due sponde dentro le quali si svolge la vita. E' nella tensione tra di loro che avvengono la vita e la morte, speranze e depressioni, lotte e amori.

A volte la tenebra si presenta come luce. A volte è la luce che si trasforma in tenebra. Come ricorda la sapienza orientale, non bastano gli occhi per vedere; ci vuole anche il cuore. Géshua

diceva: «Se la luce che è nel tuo cuore è tenebra, quanto grande sarà la tua tenebra» (Matteo, 6,23). La tenebra è grande, perché è oscurata la luce del cuore.

Martin Buber nei racconti dei Chassidim scrive: «Un chassid era molto povero. Egli si lamentò un giorno con il maestro che la miseria gli era di ostacolo allo studio e alla preghiera. Il maestro gli rispose: «In questo nostro tempo  la più grande devozione, al di sopra di ogni studio e ogni preghiera, è accettare il mondo così come è»? Per credere così, non basta il vedere che vede, ma occorre il vedere che ama. Non basta il vedere con la scienza, occorre il vedere con il cuore.

Che cosa genera la luce? E' la vita che genera la luce; e questo noi possiamo crederlo ancor prima che la scienza ce l'abbia dimostrato. C'è un conoscere che si basa sui dati scientifici. E c'è un conoscere che, dopo aver ricercato i dati scientifici, si butta oltre. "Buttarsi", anche nel parlare quotidiano, significa andare oltre, negli spazi dell'invisibile, appunto nella luce. E' lo stile di vita di Géshua che accoglie dentro di sé sia quanto è visibile, sia quanto è invisibile.

La vera luce non abbaglia mai. Ci fa vedere quel tanto necessario per continuare a vivere, a ricercare, a credere; e nello stesso tempo lascia in ombra molte cose, affinché il nostro vivere, ricercare e credere rimanga libero. La luce, anzi, stendendosi su tutte le cose all'alba di ogni giorno moltiplica le differenze e a ogni cosa ridà il suo colore, la sua forma, la sua unicità. Per questo l'autore dei Salmi scriveva: «Lampada per i miei occhi  è la tua parola, luce sul mio cammino» (Salmo 119, 105).   

 Luigi Berzano