martedì 14 marzo 2017

Inquinamento, le prime vittime sono i bambini

Il sistema ambiente, il livello più alto di bene comune da cui dipendiamo, nonostante venga costantemente monitorato da rapporti sempre più allarmanti sembra destinato a una rovina irreversibile. Gli ultimi due studi provengono dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dicono che il diffuso degrado degli ecosistemi sta compromettendo gravemente la salute dei bambini. Nei paesi in via di sviluppo e in quelli ad economia avanzata. Il dato su cui ragionare è questo: più di una morte su quattro tra i bambini sotto ai 5 anni è attribuibile a cause ambientali (1 milione e 700 mila bambini, il 26% dei 5,9 milioni di decessi all'anno). La stima è contenuta in due rapporti. Un mondo sostenibile in eredità: atlante della salute infantile e dell'ambiente e Non inquinate il mio avvenire!: l'impatto ambientale sulla salute infantile.
La prima analisi dell'Oms conferma che le cause dei decessi più frequenti – diarrea, malaria e polmonite – si potrebbero prevenire attraverso un accesso più equo all'acqua potabile e ai combustibili puliti (non tossici) per cucinare. Nel secondo rapporto, invece, l'Oms traccia un quadro dei fattori ambientali più nocivi e individua le cinque cause principali della morte dei bambini. «Un ambiente inquinato è mortale – spiega Margaret Chan, direttrice generale dell'Oms – in particolare per i bambini piccoli. I bambini piccoli sono particolarmente vulnerabili all'inquinamento dell'aria e dell'acqua perché i loro organi e il loro sistema immunitario sono in via di sviluppo e i loro organismi, in particolare le vie respiratorie, sono di piccole dimensioni».
Le sostanze inquinanti, si legge nello studio pubblicato ieri, cominciano ad agire già nel grembo materno e aumentano il rischio di parto prematuro. Neonati e bambini in età prescolare esposti ad alte concentrazioni di smog, sia outdoor che indoor, e al fumo passivo (piccoli milanesi, romani o torinesi, per esempio) corrono un rischio maggiore di contrarre polmoniti e per tutta la vita si ammaleranno più facilmente di malattie respiratorie croniche, come l'asma. E' accertato che l'inquinamento atmosferico aumenta anche il rischio permanente di malattie cardiache, ictus e cancro.
Il secondo rapporto si sofferma in particolare sulle principali cause di morte al di sotto dei 5 anni e il dato più sconvolgente riguarda proprio lo smog: 570.000 bambini ogni anno muoiono di infezioni respiratorie riconducibili all'inquinamento dell'aria. 361.000 bambini perdono la vita a causa della diarrea provocata dalle acque inquinate. 270.000 muoiono durante il primo mese di vita per condizioni "ambientali" (tra cui la prematurità) che potrebbero essere evitate garantendo a tutti l'accesso all'acqua potabile ed a strutture sanitarie adeguate. 200.000 sono i decessi causati dalla malaria e lo stesso numero di bambini muore a causa di "lesioni involontarie" attribuibili all'ambiente (annegamenti, cadute, avvelenamenti). «Un ambiente inquinato – spiega Maria Neira, direttrice Oms del Dipartimento di sanità pubblica – si traduce in un pesante tributo pagato dai nostri figli in termine di salute. Investire nella rimozione dei rischi ambientali, come il miglioramento delle acque o l'utilizzo di carburanti più puliti, si tradurrà in benefici per la salute di massa».
L'agenzia dell'Onu segnala anche alcuni rischi «emergenti». Come i rifiuti dell'industria elettronica che secondo l'Oms espongono i bambini a sostanze tossiche che possono comportare «una riduzione delle loro capacità intellettive, deficit di attenzione, danni ai polmoni e cancro» (si prevede un aumento dei rifiuti elettronici del 19% tra il 2014 e il 2018 fino a raggiungere i 50 milioni di tonnellate). Impensabile anche non dover fare i conti con i cambiamenti climatici: l'aumento delle temperature e dei livelli di diossido di carbonio favoriscono la crescita di pollini e di conseguenza l'asma tra i bambini (l'11-14% dei bambini dai cinque anni in su nel mondo manifesta sintomi di asma). A completare il quadro ci sono poi le esposizioni a sostanze chimiche attraverso cibo e acqua. Fluoruri, piombo, mercurio e pesticidi sono già entrati nella catena alimentare.
Se questo è il quadro, viene da chiedersi come potranno essere raggiunti gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg) che l'Onu ha assegnato al pianeta coinvolgendo tutti i paesi affinché entro il 2030 nessun bambino muoia a causa dell'inquinamento ambientale. Il programma fissato dall'Oms c'è: ridurre l'inquinamento dell'aria, potabilizzare l'acqua, intervenire sulle case, le scuole, le strutture sanitarie, l'urbanistica, i trasporti, l'agricoltura, e ancora puntare sulle energie pulite ed invertire il cambiamento climatico abbandonando le energie fossili.
Luca Fazio

(Il Manifesto, 7 marzo)