giovedì 9 marzo 2017

La banalizzazione della fede

Ma c'è di peggio: la banalizzazione della esperienza cristiana: "Poche cose hanno contribuito all'irrilevanza del cristianesimo quanto la scuola di catechismo" (P. Tillich, pag 45). Lo stesso Autore illustra questo fenomeno in modo preciso: "La potenza originaria dei grandi simboli cristiani è andata perduta. In origine essi rispondevano a delle domande. Ora sono delle  pietre d'inciampo che è necessario credere per tradizione e autorità. Ad aggravare il problema è la confusione fra fede e credenza. La fede è lo stato consistente nell'essere afferrati da qualcosa che ha un significato supremo, e nell'agire e pensare in base ad esso come persona dotata di un centro. Le credenze sono opinioni che si ritengono vere, che possono essere o meno realmente tali. Ma esse non sono mai questione di vita o di morte. Una delle cose peggiori che rendono irrilevante il messaggio cristiano è identificare la fede con la credenza in certe dottrine. Particolarmente grave è la richiesta di credere l'incredibile... Dobbiamo affermare chiaramente che 'fede' è l'essere afferrati da una potenza che ci interessa in maniera suprema, e che 'credenza' non è l'essere certi, ma l'accettare qualcosa di preliminare. L'impossibilità della persona moderna di comprendere il linguaggio della tradizione riguarda quasi tutti i simboli cristiani. Essi hanno perso il potere di trafiggere l'anima: di rendere inquieti, ansiosi, disperati, gioiosi, estatici, recettivi nei confronti del significato. Spicca l'esempio del Gesù dalla voce gentile, emaciato, sentimentalizzato, la cui immagine è appesa nelle aule di catechismo e alle pareti laterali delle chiese. Questo Gesù sentimentale non ha nulla da dire ai forti della nostra epoca. Ma, al di là di questo, la parola 'Gesù' non comunica più nel profondo. E la parola 'Cristo', che indicava originariamente l'unto mandato da Dio per portare il nuovo eone, è divenuta incomprensibile. Viene usata come un nome proprio, anziché come il paradosso dell'attribuzione di una funzione cruciale ad un essere umano" (P. Tillich). Così tutto questo "furore" contro l'eutanasia come scelta di responsabilità mi sembra un'altra maniera di rendere odiosa la fede, e soprattutto disumana.

Franco Barbero