martedì 7 marzo 2017

La sfida di Pisapia nel giorno del Lingotto per ricucire la sinistra

Sabato 11 marzo: Renzi al Lingotto di Torino per lanciare la sua campagna congressuale, Giuliano Pisapia al teatro Brancaccio per il battesimo romano del suo Campo progressista. «Una coincidenza temporale che può fare bene», spiegano fonti vicine a Pisapia. «Sarà una competizione positiva sulle idee, un centrosinistra con più voci ma nello stesso coro». Con l'ex premier il grosso dei big del Pd, con l'ex sindaco di Milano associazioni e movimenti, ma anche la presenza molto interessata dei «Democratici e progressisti», il nuovo movimento formato dai fuoriusciti dal Pd e da Sel. Già, perché Pisapia per molti di loro non è solo un interlocutore naturale. Ma anche un possibile leader di un nuovo centrosinistra.
L'ex sindaco, però, in questa fase sta molto attento a restare al di fuori dalle macerie della scissione dem e dai veleni del congresso. «E' interessato a mettere in campo nuove idee per un centrosinistra che giocoforza dovrà dialogare con il Pd, qualunque sia il segretario», spiegano le fonti vicine all'avvocato milanese. Uno dei nodi è proprio questo: mentre a sinistra volano gli stracci, Pisapia si propone come ricucitore, non certo come «anti-Renzi». Sul suo palco non parleranno politici, ma solo esponenti della società civile, soggetti civici provenienti da tutta Italia. Per ora nel suo orizzonte non c'è una lista da presentare alle politiche, meno che mai una fusione con i bersaniani definita «del tutto prematura». E tuttavia la scissione è un fatto politico nuovo, che non era previsto quando l'ex sindaco si è lanciato sulla ribalta nazionale.
Chi si muove a sinistra del Pd guarda a lui con molta attesa. «Noi saremo al Brancaccio», spiega Francesco Laforgia, neo capogruppo di Dp alla Camera, milanese, che frequenta da anni Pisapia. «Almeno per ora non è sul tavolo una fusione dei nostri sentieri, ognuno farà la sua semina, ma dobbiamo provare a contaminarci, costruire una casa grande, non due casette». Ancora più espliciti gli ex Sel confluiti in Dp: «Giuliano potrebbe essere il frontman di una nuova forza di sinistra», spiega Arturo Scotto. I bersaniani Speranza e Zoggia confermano l'attenzione. Ma con meno entusiasmo.
Dirimente sarà la legge elettorale. In caso di premio alla coalizione, forse, sarà più semplice l'amalgama tra il Campo progressista e i bersaniani in un'unica lista. Alleata dal Pd. Ma resta lo scoglio Renzi. Se il rottamatore vincerà il congresso, per gli scissionisti sarà molto difficile fare una coalizione con lui. «Non saremmo credibili agli occhi degli elettori che vogliamo recuperare», spiega un deputato. Dunque si torna daccapo. È Matteo lo scoglio che divide Pisapia dai bersaniani. Di fronte all'ex sindaco una difficile opera di ricostruzione. Come a Milano, quando è riuscito a tenere unita la coalizione sul candidato renziano Beppe Sala. A livello nazionale sarà ancora più difficile.
Andrea Carugati

(La Stampa 1 marzo)