Seder
pasquale
All'inizio
del seder pasquale, con la prima coppa di vino, si dichiara arrivato
il tempo della libertà e il capotavola pronuncia la seguente
preghiera:
Benedetto
sei Tu Signore Dio nostro, re del mondo, che crei il frutto della
vite (…). Nel tuo amore per noi, Tu ci hai dato, o Signore nostro
Dio, momenti di gioia, feste, tempi di letizia, questo giorno di
festa delle azzime, questo bel giorno di sacra riunione, festa della
nostra libertà, in ricordo dall'uscita dall'Egitto. Veramente Tu hai
scelto e consacrato noi tra tutti i popoli e ci hai dato le tue sante
feste da vivere con gioia ed allegrezza.
Prima
della seconda coppa di vino, un bambino domanda:
Che
differenza c'è fra questa e tutte le altre notti? Perché tutte le
altre notti possiamo mangiare pane lievitato e questa notte soltanto
pane azzimo? Perché tutte le altre notti possiamo mangiare ogni tipo
di verdura, e questa notte solo l'erba amara?
Il
Magghid, narratore, risponde:
Noi
fummo schiavi del Faraone in Egitto, ma di là il Signore nostro Dio,
con mano forte e braccio teso, ci fece uscire. Se il Santo, nostro
Signore, benedetto Egli sia, non avesse fatto uscire i nostri padri
dall'Egitto, noi, i nostri figli e i figli dei nostri figli, saremmo
ancora schiavi del Faraone in Egitto. Perciò anche se fossimo tutti
intelligenti, saggi ed esperti nella Legge, sarebbe ancora nostro
dovere ricordare l'uscita dall'Egitto; e quanto più si parla
dell'uscita dall'Egitto tanto più si è degni di lode.
Mangiamo
questo Pesah, agnello pasquale, come fecero i nostri padri, perché
il Signore, Santo e Benedetto, passò oltre le case dei nostri padri
in Egitto.
Mangiamo
questo Maztzah, pane azzimo, perché l'impasto dei nostri padri in
Egitto non ebbe tempo per lievitare.