martedì 11 aprile 2017

Molinette, speranza per i malati di Sla

È possibile scoprire in anticipo il grado di aggressività con cui la Sla, la sclerosi laterale amiotrofica, si svilupperà in un paziente. E un semplice prelievo di sangue permetterà di misurare la concentrazione di una proteina già nota, responsabile di un aggravamento della terribile malattia. A scoprirlo è stato un team di ricercatori del Centro Clinico NeMo di Milano, centro di eccellenza per il trattamento delle malattie neuromuscolari, in collaborazione con il Centro Cresla dell'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, il "centro regionale esperto" delle Molinette diretto da Adriano Chiò.
I ricercatori hanno pubblicato il lavoro sulla rivista Jama Neurology, un passo avanti significativo per predire precocemente la prognosi della malattia. La molecola al centro dell'analisi è la proteina C-reattiva, prodotta dal fegato e dalle cellule adipose. Nella fase più acuta di alcune patologie, nei processi infiammatori e dopo gli interventi chirurgici, questa proteina è prodotta in misura superiore al normale. Se i valori della proteina C-reattiva sono alti, la progressione della malattia sarà più rapida e la sopravvivenza ridotta. E ad alti livelli di proteina corrisponde un quadro clinico del paziente più grave. Da anni Chiò conduce alle Molinette la ricerca sulla Sla e segue personalmente i pazienti, circa 500 in Piemonte, dei quali il 70 per cento alle Molinette: «La ricerca in questi anni si sta orientando all'individuazione di meccanismi regolatori del processo degenerative della malattia - spiega - La neuroinfiammazione sta emergendo come uno dei meccanismi di maggiore interesse perché in futuro suscettibile di interventi terapeutici mirati, adattati alle caratteristiche del singolo paziente. La nostra ricerca va appunto in questa direzione».
Christian Lunetta, neurologo del Centro Clinico NeMo e primo autore dello studio, avverte però che si tratta ancora di una ricerca e non di una terapia disponibile nell'attività clinica quotidiana: «Potrebbero essere necessari alcuni anni – dice - per arrivare a questo risultato». (s.str)

(la Repubblica 4 aprile)