martedì 16 maggio 2017

AD ASSISI : DALL'AMAZZONIA ALL'ITALIA


Era ancora un adolescente Làdio Veron, il Cacique (capo) Guaranì, quando riuscì a sfuggire al pistolero che aveva ferito a morte suo padre Marcos capo della comunità di allora, il quale gli gridò: "Ora tocca a te", ora tocca a lui, nuovo Cacique della comunità di Takuàra, Mato Grosso do Sul (Brasile), professore di Storia, laureato all'Università Federale de Grande Dorados, sostenere la causa dei popoli originari del Brasile. Parla ad Assisi, in una conversazione che potrebbe intitolarsi "Territorio e diritti umani in Brasile". Viene in Europa per motivi politici, lo dice chiaramente, per sensibilizzare e creare alleanze internazionali nella lotta dei popoli indigeni per il debito non pagato alla loro terra, gravemente danneggiata dagli interessi delle multinazionali. È stato minacciato di morte ma perla senza timore e senza retorica. Con l'aiuto di cartine geografiche mostra come il vasto territorio originario degli indigeni si sia andato via via restringendo, fino a diventare quasi introvabile sulla mappa perdendo gli indigeni tutti i diritti conquistati. La grande foresta amazzonica è disboscata con metodi veloci e feroci, e le comunità originarie sono sempre più vessate con metodi che diremmo mafiosi. Sono minacciati di morte i contadini che si ribellano ai diserbanti che bruciano le coltivazioni, vivono il rischio della cessione a multinazionali di acque del sottosuolo, come spogliazione della loro identità. Domande a Veron: e i governi? Complici dei latifondisti o incapaci di affrontarli, si direbbe. E la Chiesa? Non c'è chiarezza sulle norme dei rapporti Chiesa-Comunità e forse anche un confuso timore di colonizzazione. "E se dopo tante minacce alla Comunità, rinunciassero ad uccidervi?" Risposta del Cacique: "Staremmo insieme e diremmo: se uccidete uno di noi, uccideteci tutti. Preferiamo morire che uccidere".
(Rocca 05/05)