domenica 28 maggio 2017

IN DIALOGO

Caro Fredo,
ho subito pubblicato nel mio piccolo blog la vostra riflessione che trovo preziosa.
Quando il 3 settembre 1965 Paolo VI intervenne con l'enciclica "Mysterium fidei", ribadendo vigorosamente il dogma della transustanziazione contro alcuni teologi che parlavano di transignificazione o transfinalizzazione, io scrissi una "lettera segreta agli amici" ( che segreta non rimase!) che qui ti riporto: "Mangiare il corpo e bere il sangue di Gesù è un linguaggio simbolico davvero espressivo. Non significa una nutrizione fisica e biologica, ma la possibilità di entrare  in profonda comunione di pensieri e di vita con Gesù, di esperimentare la sua presenza nel nostro cammino in modo intimo e profondo. Corpo e sangue esprimono simbolicamente questo nutrire i nostri cuori del messaggio di Gesù, il nostro essere uniti a lui come il tralcio e la vite. Quel pezzo di pane rimane pane; così pure il vino... Noi siamo rimandati alla prassi di Gesù che, dopo  aver ringraziato Dio, nella sua quotidianità spezzava il pane con i vicini e i lontani, con i perduti, con pagani e prostitute. Dio ....non ha interesse a cambiare la sostanza del pane e del vino. Quello che deve cambiare è la sostanza della nostra vita. In questa prospettiva  non esiste nessuna parola sacerdotale che trasformi un pezzo di pane, ma ci si affida, come Gesù, all'amore e alla parola di Dio che può lentamente cambiare le nostre vite".
Questa riflessione molti anni dopo fu ripresa da Adista.
Vorrei aggiungere che le differenti interpretazioni, se tenute al livello di interpretazione, non dovrebbero proibire in una celebrazione, l'intercomunione reale.
Se partecipo ad un culto cattolico, valdese, luterano, riformato, ortodosso, copto... devo poter liberamente condividere il pane e il vino. Se restano in vigore proibizioni, è segno che "il dogma" è più importante della fede. 
Questo è ormai diffusamente presente nella coscienza e nella pratica di molti credenti delle diverse chiese.
Possiamo, attraverso un approfondimento della fede, oltrepassare il dogma cattolico della transustanziazione che non rispetta la priorità della fede e la libertà dei figli e delle figlie di Dio. Ho l'enorme fiducia che proprio la nostra strada ecumenica possa mettere fuori corso qualche dogma.
Franco Barbero