LETTERA A MARIA
Scrissi
questa lettera, piuttosto personale e "provocatoria", a
Maria di Nazareth ben 38 anni fa, in occasione dell'anno mariano. La
ripropongo intatta oggi perché il "marianesimo" è ancora
cresciuto e peggiorato.
Credo
che la vita di Maria sia davvero una preziosa testimonianza di fede,
se riusciamo a ritrovarla sotto la pesante e soffocante montagna di
dogmi.
Cara
Maria di Nazareth,
io
non ti prego mai, proprio mai. Prego soltanto Dio, come ci ha
insegnato Gesù, il più "discolo" dei tuoi figli. Dunque,
non mi rivolgo a te per invocarti, ma per un dialogo a cuore aperto.
Ho
l'impressione, cara Maria, che da un po' di tempo gente troppo
"zelante" ti stia facendo un brutto servizio. Proclamano si
quattro venti che tu sei apparsa qua, apparsa là…tanto da farti
sembrare ora una maga, ora una fatina, ora una befana in vena di
strane comparse. Qui sulla terra, se sei un po' informata, spettacolo
ce n'è già fin troppo. Con questo tuo supposto ed esagitato
"apparire" qua e là, solcando i cieli ed attraversando gli
oceani, fai concorrenza a Wojtyla, imperatore della chiesa cattolica,
che va dicendo in giro di essere il vicario di Cristo.
Qualche
volta, quando leggo il tuo nome nelle Scritture, penso a te, al tuo
cammino di fede che mi ha sempre interessato. C'eri anche tu,
probabilmente, quel giorno in cui tentaste di "convincere"
Gesù a starsene un po' tranquillo e "prudente", a non
predicare certe verità scottanti che potevano metterlo nei guai.
L'evangelo (Marco 3, 20-34) ce ne parla con chiarezza. Come ti
capisco! Nemmeno per te fu facile discernere se quel figlio che avevi
generato con Giuseppe ora era impazzito o se, invece, Dio lo stava
guidando su strade nuove e sconvolgenti. Anche tu, come lo stesso
Gesù, come tutti noi, cercasti la via di Dio tra luci ed ombre. Non
posso non sentirti vicina a noi in questa ricerca, affascinante e
travagliata, della volontà di Dio.
Per
tutto questo mi spiace che la tua "storia" sia stata usata
e strumentalizzata. O Maria, ti abbiamo usato violenza teologica
continuata schiacciandoti sotto una montagna di dogmi, di reliquie,
di devozionalismi, di leggende, di superstizioni: il tutto ad uso
ecclesiastico. Abbiamo corso il rischio di negarti come donna e come
credente. Poi ti abbiamo trasportata in cielo procalamandoti madre
della chiesa, per coronare i nostri castelli dogmatici che ora
cominciano a pesare come fardelli inutili ed ingombranti. Intanto tu,
o Maria, bambola di gesso in mano all'istituzione ecclesiastica, sei
diventata un sicuro investimento. Anche il dollaro scende, le
"azioni" mariane continuano a salire. Sei addirittura
diventata un'industria redditizia che produce, nei grandi
supermercati che vengono anche chiamati santuari, un'infinità di
articoli di largo consumo: ricordini, statue, corone, acqua
benedetta, quadri… Mi spiace per te, Maria di Nazareth, ma molto di
più per questo commercio che rischia di travolgere e stravolgere la
fede dei più semplici. Probabilmente è la sfortuna che colpisce chi
da donna diventa madonna.
Ora
arriva l'anno mariano. Ne vedremo di cotte e di crude. Le agenzie del
sacro sono ormai a pieno ritmo in tutti i continenti. Lo so che non
puoi farci niente neppure tu, ma…quante stupidaggini ti fanno dire
in tutte queste supposte apparizioni! Ti mettono in bocca messaggi di
angoscia e di minaccia che non hanno nulla in comune con la gioia e
la speranza dell'evangelo. Non pensi che se si dessero una "calmata"
non sarebbe nemmeno male? Qui, tra svolazzi di Satana, viaggi
pontifici a suon di miliardi, e tue apparizioni, la nostra fede
rischia di superare in umorismo e fantasia anche Staino, Altan e
Forattini. E non si dica che questa è la stoltezza della croce.
Continuerò
a pensare a te come donna e come credente la cui storia ha molto da
insegnarci. Tu non sei la bambola di gesso che le nostre teologie
maschiliste hanno fabbricato. Solo restituendo a te il tuo corpo, la
tua sessualità, le tue emozioni, la tua storia di donna e di madre,
profondamente inserita nella "cultura" di quella terra,
potremo forse riscoprire la tua fede, la chiamata che Dio ti ha
rivolto e la risposta che tu hai cercato di dare all'azione di Dio.
Ci
sarà forse qualche dogma da archiviare e qualche migliaio di
santuari da chiudere o "riconvertire", ma l'evangelo può
esigere da noi questo e altro.
Franco Barbero