mercoledì 21 giugno 2017

Oltre il modello episcopale

Dunque…. un nuovo Concilio? Credo, in verità, che sarebbero maturi i tempi per un Concilio di tutte le chiese cristiane. Tali sono le "sfide" che il mondo di oggi rivolge al cristianesimo che a me sembrano non procrastinabili una riflessione ed un'azione comune tra tutte le chiese cristiane. In attesa che maturi questo "evento", penso che una nuova coscienza ecclesiale esiga non solo un altro Concilio, ma soprattutto un Concilio "altro".

Voglio dire che ormai è teologicamente maturo il tempo per una rappresentanza diversa. Il solo episcopato non può rappresentare adeguatamente una chiesa. Oggi le donne, i preti sposati, i gay e le lesbiche credenti, i divorziati che vivono le seconde nozze, i teologi e le teologhe, il movimento "Noi siamo chiesa", le comunità cristiane di base, i/le cristiani/e attivi/e nel volontariato o nell'impegno culturale, amministrativo e politico, nei movimenti della pace, nel femminismo, nelle lotte contro l'ecocidio e il patriarcato rappresentano un patrimonio di riflessione e di azione la cui voce è indispensabile per ripensare il senso della presenza cristiana nel mondo.

Tutte queste "presenze" debbono avere voce attiva, deliberativa e non solo consultiva. Oggi, insomma, un Concilio comporterebbe a livello teologico una presa d'atto della necessità di superare il modello precedente.

Con i "padri conciliari" dovrebbero sedere le madri, i fratelli e le sorelle "conciliari". Senza questa rappresentanza reale del popolo di Dio un concilio clericale e patriarcale partirebbe con il piede sbagliato.

Un altro Concilio se non sarà un Concilio "altro" sarà privo di vera autorevolezza evangelica.

Spero che questo "oltrepassamento" avvenga perché, senza questa coralità, la nostra chiesa potrebbe correre il rischio di imprigionarsi in un ghetto o di diventare un museo. La mia fiducia sta nel fatto che il "vento soffia… inarrestabile, irresistibile…"

Franco Barbero, 2001