giovedì 1 giugno 2017

«Per l'uso corretto serve sempre la prescrizione di un medico»
Domande a Augusto Consoli psichiatra

«Come per le medicine, si tratta individuare il giusto dosaggio». Augusto Consoli, psichiatra ed esperto di dipendenze in forze alla Asl2 di Torino, parla delle qualità terapeutiche dei fiori di canapa.
Perché trovare la «giusta dose» non è così semplice?
«Nella cannabis è presente una grandissima varietà di sostanze, circa 500 differenti. Le più importanti sono Thc e Cbd, rispettivamente sigla di tetraidrocannabinolo e cannabinoidi. Se parliamo di usi terapeutici, sia fitoterapici che prodotti di derivazione medicinale come estratti o oli, è fondamentale conoscere con esattezza le diverse percentuali di queste sostanze. Un buon uso non passa dall'erba cosiddetta di strada o dall'assunzione senza controllo, ma da una prescrizione medica».
Se per scopi terapeutici, niente fai da te.
«Esatto. È un comportamento comprensibile, ma rischioso: non si sa né cosa contiene né come la sostanza viene lavorata. Tutti i medici possono prescrivere sia le infiorescenze, importate dall'Olanda o prodotte dall'esercito italiano nello stabilimento di Firenze, consigliandone o l'inalazione con un vaporizzatore o l'uso come tisana. Fumare fa male, nessun medico prescriverà mai una terapia che comporta il fumo».
C'è un rimborso?
«In Toscana e Piemonte, passando dalle Asl e per un numero limitato di patologie, sì. Non bisogna dimenticare che per una terapia efficace, contano le percentuali di ogni sostanza: il Thc funziona come antidolorifico e dà un senso di euforia, il Cbd agisce sull'ansia e come anti-epilettico. L'obiettivo è trovare la soluzione migliore per le differenti esigenze e reazioni dei pazienti».

(La Stampa 24 maggio)