venerdì 2 giugno 2017

“Rinunciate a vino e cioccolata"

ROMA. La notte, per un numero rilevante di italiani, è bianca: «Il 30/40% degli adulti occasionalmente soffre di un disturbo del sonno non cronico, ossia di durata inferiore a tre mesi» spiega Giuseppe Didato, specialista del Centro di medicina del sonno dell'Istituto neurologico Carlo Besta di Milano. «Invece l'insonnia cronica affligge circa il 6% degli adulti».
In che tipo di problemi "sociali", per esempio sul lavoro, può incorrere chi dorme troppo poco?
«Oltre a soffrire di cefalea, che rende poco trattabili, l'insonne può avere disturbi cognitivi e di memoria. Problemi non facili da affrontare, perché il paziente magari quando è in ufficio si accorge di essere distratto o smemorato, ma fatica a collegare la cosa al dormire male. Ma la relazione c'è: è solo il sonno profondo quello che fa consolidare i ricordi».
Il sonnellino pomeridiano, o in pausa pranzo per chi è in ufficio, può giovare?
«Purché non superi i 30 minuti e avvenga solo subito dopo mangiato. Chi prende l'abitudine di concedersi 45-60 minuti di sonno tra il rientro a casa e la cena rischia invece di innescare un disturbo del sonno cronico. Il bisogno di dormire è come una molla che viene compressa dal momento del risveglio mattutino alla sera. Quando andiamo a letto, la molla si decomprime. Se la decomprimiamo di pomeriggio, a mezzanotte faticheremo ad addormentarci».
A cosa fare attenzione?
«Non tutti sanno che non sono solo il caffè e il tè a disturbare il sonno, ma anche la cioccolata: contiene una sostanza detta teobromina che ha un effetto molto simile alla caffeina e alla teina. E attenti al vino: agisce su recettori cerebrali che inducono il sonno superficiale ma inibiscono quello profondo».
Giuliano Aluffi

(la Repubblica 24 maggio)