ROMA. La notte, per un numero rilevante di italiani, è bianca: «Il 30/40% degli adulti occasionalmente soffre di un disturbo del sonno non cronico, ossia di durata inferiore a tre mesi» spiega Giuseppe Didato, specialista del Centro di medicina del sonno dell'Istituto neurologico Carlo Besta di Milano. «Invece l'insonnia cronica affligge circa il 6% degli adulti».
In che tipo di problemi "sociali", per esempio sul lavoro, può incorrere chi dorme troppo poco?
«Oltre a soffrire di cefalea, che rende poco trattabili, l'insonne può avere disturbi cognitivi e di memoria. Problemi non facili da affrontare, perché il paziente magari quando è in ufficio si accorge di essere distratto o smemorato, ma fatica a collegare la cosa al dormire male. Ma la relazione c'è: è solo il sonno profondo quello che fa consolidare i ricordi».
Il sonnellino pomeridiano, o in pausa pranzo per chi è in ufficio, può giovare?
«Purché non superi i 30 minuti e avvenga solo subito dopo mangiato. Chi prende l'abitudine di concedersi 45-60 minuti di sonno tra il rientro a casa e la cena rischia invece di innescare un disturbo del sonno cronico. Il bisogno di dormire è come una molla che viene compressa dal momento del risveglio mattutino alla sera. Quando andiamo a letto, la molla si decomprime. Se la decomprimiamo di pomeriggio, a mezzanotte faticheremo ad addormentarci».
A cosa fare attenzione?
«Non tutti sanno che non sono solo il caffè e il tè a disturbare il sonno, ma anche la cioccolata: contiene una sostanza detta teobromina che ha un effetto molto simile alla caffeina e alla teina. E attenti al vino: agisce su recettori cerebrali che inducono il sonno superficiale ma inibiscono quello profondo».
Giuliano Aluffi
(la Repubblica 24 maggio)
In che tipo di problemi "sociali", per esempio sul lavoro, può incorrere chi dorme troppo poco?
«Oltre a soffrire di cefalea, che rende poco trattabili, l'insonne può avere disturbi cognitivi e di memoria. Problemi non facili da affrontare, perché il paziente magari quando è in ufficio si accorge di essere distratto o smemorato, ma fatica a collegare la cosa al dormire male. Ma la relazione c'è: è solo il sonno profondo quello che fa consolidare i ricordi».
Il sonnellino pomeridiano, o in pausa pranzo per chi è in ufficio, può giovare?
«Purché non superi i 30 minuti e avvenga solo subito dopo mangiato. Chi prende l'abitudine di concedersi 45-60 minuti di sonno tra il rientro a casa e la cena rischia invece di innescare un disturbo del sonno cronico. Il bisogno di dormire è come una molla che viene compressa dal momento del risveglio mattutino alla sera. Quando andiamo a letto, la molla si decomprime. Se la decomprimiamo di pomeriggio, a mezzanotte faticheremo ad addormentarci».
A cosa fare attenzione?
«Non tutti sanno che non sono solo il caffè e il tè a disturbare il sonno, ma anche la cioccolata: contiene una sostanza detta teobromina che ha un effetto molto simile alla caffeina e alla teina. E attenti al vino: agisce su recettori cerebrali che inducono il sonno superficiale ma inibiscono quello profondo».
Giuliano Aluffi
(la Repubblica 24 maggio)