sabato 29 luglio 2017

DIALOGANDO CON UN INSEGNANTE DI PINEROLO

Caro professor Geuna,

Grazie della lettera e della sollecitazione. Non ho il piacere di conoscerla, ma le sue parole generano in me una profonda stima. Condivido le sue osservazioni e mi rallegra il fatto che dei docenti come Lei mettano al primo posto la relazione educativa degli allievi, guardando alla realtà famigliare che sta alle spalle dei singoli ragazzi.


Questo dover "sfondare"nel mondo del calcio milionario, ad ogni costo e ad ogni prezzo, non solo mette in secondo piano lo studio, come Lei annota con precisione, ma crea una mentalità distorta: al centro della vita sta il "vincere", diventare campioni o almeno campioncini. Penso che la scuola fornisca uno degli spazi più adeguati e difficili  in cui osservare e contrastare questo fenomeno devastante.

E' la strada che molti genitori intraprendono, forse inconsapevoli che così sono proprio loro a cadere nella trappola del pensiero dominante. A mio avviso, in questo modo si spegne la gioia tanto costruttiva del gioco, componente essenziale della crescita umana specialmente in età adolescenziale. La stessa dimensione ludica viene totalmente sacrificata, snaturata e finalizzata al successo agonistico.

In tal caso, i genitori investono energie enormi, spesso sottratte al dialogo e ad altre dimensioni educative. Si perde  il senso del fiorire delle differenze, dove l'emulazione non è la gara per vincere ad ogni costo, ma la pratica per crescerre insieme nel divenatre se stessi.

A mio avviso, su questo sentiero molti genitori rischiano di accompagnare i propri figli più verso le illusioni che verso la realtà.

Ma esiste un aspetto che ritengo ulteriormente negativo: il "delirio di primeggiare", dal mondo del calcio passa ad altri contesti, inquina altri territori dell'esistenza, diventa stile di vita. Le persone "riuscite" sono quelle che vincono e gli "eroi" sono quelli che fanno sognare gli stadi pieni....

Mi accorgo di essermi dilungato fin troppo, ma mi permetto di aggiungere una proposta: perché non attivare un gruppo di automutuo aiuto per genitori ed insegnanti espressamente su questo terreno?

Spero di avere presto la gioia di conscerla e incontrarla.

Nel mio piccolo lavoro associativo presso mla comunità cristiana di base e presso il FAT (Famigliari e amici dei tossicodipendenti) queste tematiche a affini occupano uno spazio di riflessione e di impegno assai frequente.

Una buona serata anche a lei.

Franco Barbero