del mistero
tu gioia ti sei deposta su di me,
triste pianeta derelitto.
Scacciando le tempeste del dolore
e i funesti temporali dell'assurdo.
E la mia fredda, desolata terra,
è diventata un giardino di speranza,
sbocciando orchidee di bellezza,
gigli candidi di sapienza,
alberi da frutta del Divino
rose rosse nel sole dell'incanto.
E la carne in cenere del tempo
non risplende più
all'orizzonte del mio sguardo.
I tuoni e le gramigne universali
non infestano e non scuotono
il mio ulivo della gioia.
Ora i sogni hanno ali
d'infinite aurore
e gli usignoli cantano
una beatitudine celeste
Eva Amore Vassarotto