venerdì 14 luglio 2017

UOMINI E DONNE COME NOI

Che cosa fanno qui i lavoratori stranieri? Anche se è solo l'egoismo a riempire il cuore di chi non vorrebbe più vederli, costringiamo questo incosciente assurdo a rendersi conto di quello che sta dicendo. Costringiamolo a vedere tutti i lavori manuali ingrati che pochissimi, da noi, accettano ancora di svolgere e senza i quali il carbone mancherebbe, i lavori sulle strade sarebbero ancor più in ritardo e tanti altri comforts di noi privilegiati sarebbero compromessi.
Che cosa fanno qui? Ci permettono semplicemente di poter disporre di quello che costituisce il nostro orgoglio . Sappiamo almeno non essere ingrati. Ma quello che fanno qui, è ben più importante! Essi lottano, spesso con privazioni incredibili per i nostri cuori di bambini viziati, perché lontano da qui una sposa, dei bambini, dei genitori anziani possono semplicemente mangiare, vestirsi e vivere.
Non sono affatto dei santi, più perfetti degli altri, ma la quasi totalità di loro dà almeno questo esempio: l'esempio del compimento coraggioso del primo dei doveri: mettere le proprie forze al servizio dei membri più deboli della loro famiglia.
Facciamo in modo che, migliorando la loro qualifica professionale e l'alfabetizzazione, possano diventare presto capaci di portare un valido contributo al progresso tecnico del loro paese di origine.
Facciamo in modo infine che loro e i loro paesi d'origine possano essere meno poveri, dato che è proprio la loro miseria che ci rende più difficile l'amarli. Il problema dei lavoratori stranieri è tutto qui. E', in ultima analisi, il problema della nostra onestà di uomini.
Abbé Pierre