Genesi 9,9-17
9 «Quanto
a me, ecco, stabilisco il mio patto con voi, con i vostri discendenti
dopo di voi 10 e con tutti gli esseri viventi che sono con voi: uccelli,
bestiame e tutti gli animali della terra con voi; da tutti quelli che
sono usciti dall'arca, a tutti gli animali della terra. 11 Io stabilisco
il mio patto con voi; nessun essere vivente sarà più sterminato dalle
acque del diluvio e non ci sarà più diluvio per distruggere la
terra». 12 Dio disse: «Ecco il segno del patto che io faccio tra me e
voi e tutti gli esseri viventi che sono con voi, per tutte le
generazioni future. 13 Io pongo il mio arco nella nuvola e servirà di
segno del patto fra me e la terra. 14 Avverrà che quando avrò raccolto
delle nuvole al di sopra della terra, l'arco apparirà nelle
nuvole; 15 io mi ricorderò del mio patto fra me e voi e ogni essere
vivente di ogni specie, e le acque non diventeranno più un diluvio per
distruggere ogni essere vivente. 16 L'arco dunque sarà nelle nuvole e io
lo guarderò per ricordarmi del patto perpetuo fra Dio e ogni essere
vivente, di qualunque specie che è sulla terra». 17 Dio disse a Noè:
«Questo è il segno del patto che io ho stabilito fra me e ogni essere
vivente che è sulla terra».
Bzzzzz, bzzzz, bzzzz,
prov… prov… prova microfono…
Non è una questione tecnica. E’ un prodigio.
Io
sono una zanzara e per un portento del Creatore, mi è data facoltà, per
il lasso di tempo di questa meditazione di leggere, comprendere e
annunciare la Parola di Dio, per quanto questo mi sia dato dallo
Spirito.
La cosa a quanti hanno dimestichezza con la Scrittura non dovrebbe sorprendere.
E’
documentato biblicamente l’esempio del serpente nell’Eden e di
un’asina, quella di Balam, alla quale fu concessa la parola da parte di
Dio. E da allora, ma questa è una battuta che ci è nota, molti altri
somari hanno parlato in nome suo.
Lo
so che per voi umani sono un insetto fastidioso, ché specie nelle notti
estive, vengo a disturbare il vostro sonno. Fastidioso e anche
pericoloso, se si considera che con le mie punture, ancora oggi, mieto
milioni di vittime. Qui, in verità, le responsabilità sarebbero da
chiarire. Io sarei anche pronta ad assumermi la mia parte, ma visto che
di malaria e malattie simili si muore quasi solo nei paesi poveri,
devono esserci anche altri responsabili.
Lo
so che non ricevete con molto favore che la Parola di Dio vi sia porta
questa mattina per bocca di una zanzara. Dovendo accettare una bestia,
avreste preferito forse un animale domestico, un cane un gattino. Ma
non sapete quale pericolo avreste corso se avesse davvero preso la
parola uno di questi animali che frequenta da anni casa vostra.
In
alternativa avreste accettato un animale della savana: una giraffa, un
elefante, oppure un bellissimo esemplare di tigre del Bengala. Embè, che
volete farci, dovete arrangiarvi con me, insondabile mistero dei
prodigi divini. Consolatevi col fatto che anche io sono tigrata!
Perché
è vero, mettiamo le carte in tavola, non solo mi considerate
fastidiosa, ma addirittura nutrite a tratti un sentimento di odio puro
verso di me. Godete, nel cuore della notte, a vedermi schiacciata contro
un muro.
Eppure
io sono ecumenica e inclusiva. La gente ti giudica dal ceto sociale,
dai soldi che hai, da come vesti, dal colore della pelle e da chi
frequenti. Io no. Non faccio distinzioni tra uomini e donne, tra neri e
bianchi, tra etero e omo, e tra cattolici e ortodossi. E mi vanno bene
perfino alcuni protestanti notoriamente di pelle molto dura.
Io
pratico il pranzo, ma soprattutto la cena aperta: per me ogni sangue va
bene e lascio ad altri il compito di fare distinzioni ematiche
sofisticate.
Ma veniamo al nostro testo, anche se, a vostra insaputa, io ho già cominciato a farne l’esegesi.
Dio
stabilisce un “patto” con tutti gli esseri umani, ma anche, e questa è
odore di plasma alla mia proboscide, con tutte le creature viventi.
Col-nefesh ha-hayat e col-basar, non sono semplicemente “tutte le anime”
e “ogni carne”, ma una maniera per designare ogni creatura vivente,
ogni creatura che ha respiro.
Lo so che la sola idea vi indigna, ma non posso farci niente. E’ così.
Vi
indigna perché da sempre vi considerate superiori al resto della
creazione, col pieno diritto di disporne come meglio preferite, non
semplicemente per i vostri bisogni fondamentali, ma anche per il vostro
diletto, e mi riferisco ad esempio al gusto con cui praticate la caccia o
pratiche ludiche come la corrida.
Un patto per la salvezza di tutti da ogni “tentazione” divina di ripetere il diluvio.
Dunque, capite bene, voi non vi salvate dalle zanzare, ma voi vi salvate assieme a loro…
Non
siate raccapricciati dall’idea di vivere in eterno, nel Regno di Dio
insieme con noi. Vi prometto che se voi smetterete allora di nutrirvi
del sangue e della vita altrui, anche noi potremmo cambiare
alimentazione.
D’altra
parte, questo testo richiede un vostro bagno di umiltà, una sobria
presa d’atto che siete meno indispensabili di quel che credete. Non vi
dispiaccia sentire che voi esseri umani, con tutta la vostra civiltà e
tecnologia, siete nella notte dell’universo, meno del ronzio di una
zanzara.
O
forse ignorate che siete fatti della stessa sostanza del creato? Avete
con gli scimpanzé più del 98% del Dna, e di questo gli scimpanzé non si
lamentano. E quasi la metà del vostro dna lo avete in comune con una
banana. Anzi, senza volervi offendere, permettetemi che per il breve
lasso di tempo di questo prodigio io vi chiami non esseri umani, come
fate voi, ma mezzebanane.
Con
i maiali, care mezzebanane, avete affinità genetiche impressionanti. E
con questo non voglio fare nessuna facile insinuazione morale sul vostro
conto.
Se non volete dare ascolto alle mie parole, ascolterete forse questa autorevole citazione:
Ma non fatemi distrarre dal testo…
Dicevamo
un patto di Dio con tutte le creature viventi. Non solo quelle che
ammirate e di cui vi servite, ma tutte. Un patto unilaterale,
evidentemente. In cui Dio è il contraente, ma anche colui che lo
mantiene. Vi pare illogico? Forse, ma questa sembra che sia stata
l’unica maniera trovata da Dio per consentire a questo patto di durare.
Infatti se fosse dipeso anche da voi, ce ne sarebbe stato non solo per
un diluvio, ma per dieci, cento, mille.
Infatti il testo fa capire che Dio stesso è tentato.
Da
cosa? Da chi? Dalla ingiustizia umana. Dinanzi alla vostra violenza,
dal vostro sangue versato, Egli potrebbe dimenticarsi del patto e
decidere di far continuare il mondo senza di voi, perché pare che voi
siate meno indispensabili alla vita degli altri di quanto la vita degli
altri sia per voi.
Dio
stesso, nei versetti appena precedenti aveva dovuto porre un limite al
vostro uso del sangue. Si tratta degli animali che dovete macellare con
cura, ma anche del sangue dei vostri simili. Perché, ascoltate quello
che vi dice una zanzara ispirata: voi fate con gli uomini come con le
zanzare. Li dichiarate esseri inferiori e fastidiosi, li tenete lontano
da voi con barriere fisiche, con ogni sorta di zanzariere, e poi, verso
quelli che riescono egualmente a introdursi in camera vostra, non
mostrate alcuna pietà. Dimenticando che il sangue delle zanzare non è
altro che il vostro sangue…
Dunque
Dio ha bisogno lui stesso di un promemoria di questo nuovo “Berit”.
Egli o ella guarderà all’arco deposto tra le nuvole e si ricorderà della
sua misericordia, proprio quando stava sul punto di perdere la
pazienza. Perché questo è il patto fondato non sulla vostra giustizia,
ma sulla sua benignità. Egli ha deposto l’arco, si è disarmato in nome
dell’amore, della grazia.
Lo
so che a questo punto la vostra domanda, quella religiosa, da cui non
riuscite proprio a trattenervi é: “e noi? Cosa dobbiamo fare, noi?
Dobbiamo offrire qualche sacrificio? Dobbiamo elaborare qualche
particolare liturgia? Dobbiamo assumerci una nuova strategia etica per
la difesa del creato?”
Mi dispiace, ma dal testo risulta chiaro che voi non dovete fare niente. Ecco, è meglio che non fate niente.
Non
dovete fare niente: né tagliare boschi, né fare buchi nella terra,
trivellandola. Non dovete fare niente: né continuare a bruciare carbone,
né inquinare l’ aria, la terra, le falde acquifere o dare fuoco alle
foreste. In questo patto voi avete il dovere di non far nulla. Non
cementificare, non sradicare, non saccheggiare, non estrarre, non
bruciare, non consumare, non speculare.
Lo sappiamo bene zanzare che per la civiltà dell’homo faber,
questo non far nulla è il più difficile dei comandamenti. Allora, tanto
per cominciare, potreste astenervi da qualcosa che è ben più minaccioso
del diluvio e di ogni terremoto ed eruzione vulcanica mai solo
minacciata: potreste semplicemente e finalmente smettere di fare la
guerra.
Poi,
caro Mezzabanana, lo dico ad alcune Mezzebanane tra voi che sono
perfino diventati capi di Stato, sarebbe il caso di rispettare
quell’accordo di Parigi, per contenere l’innalzamento del clima al di
sotto dei due gradi centigradi, perché ricordatevi, vi salverete solo
insieme alla creazione e non a suo discapito.
Lasciate
che vi ricordi, infine, ciò che quel testo non dice, ma che è scritto
altrove: quell’arcobaleno, nel Nuovo Patto, ha per voi cristiani, un
nome. La croce di Cristo è il luogo del disarmo divino e di un patto
eterno basato sulla misericordia. Un patto di grazia, anzi di Sola Gratia!
Dal modo di stare al mondo di quel nazareno, potete apprendere una modalità nonviolenta e ecosostenibile dell’essere umanità.
Lui
vi ha insegnato che quando entrate nella cameretta per parlare a tu per
tu con Dio, vi rivolgiate a lui dicendo “Padre nostro”. E nel “nostro”
ci sono tutti: il prossimo simile, il prossimo diverso, il connazionale
e lo straniero, il correligionario e quello che adora in modo diverso. E
adesso, spero abbiate capito che ci sono anche gli animali, i pesci, i
rettili, le creature degli abissi, gli insetti e tra questi anche io.
Temo che qualcosa del prodigio stia venendo meno. La voce, la voce…
Prova microfono, prova, prov, pro, bzzz, bzzz, bzzz.
Bzzzzz.
“Va beh, con te, ne riparliamo in camera, stasera… “