LA
VERITA' DEI PERSONAGGI BIBLICI
“Dei
diversi ingredienti utilizzati nella narrazione biblica, vi propongo
di fare attenzione al ruolo dei personaggi. Nel cammino delle
Scritture, infatti incontriamo diversi personaggi, nei confronti dei
quali inizialmente ci poniamo con la curiosità del turista di fronte
all'abitante esotico di quel mondo straniero da lui visitato.
E
così, anche noi osserviamo Abramo nella sua tenda da beduino, Davide
nel suo palazzo, Daniele nella fossa dei leoni... Siamo i turisti che
osservano questo mondo diverso dal nostro. Poi, piano piano, grazie
anche all'abile strategia narrativa, dispiegata con sapienza
dall'autore del racconto, scopriamo che questi personaggi lontani in
realtà sono molto più vicini a noi di quanto pensiamo: ci fanno da
specchio, ci parlano, ci aprono gli occhi su panorami sconosciuti, ci
sollecitano a cambiare sguardo.
Sono
personaggi veri, quelli che noi incontriamo nel cammino biblico, ma
non nel senso abituale dell'aggettivo. Noi pensiamo che sia vero
qualcosa che possiamo verificare; qualcosa di realmente accaduto, che
una telecamera ha ripreso. Si tratta di una concezione ristretta di
verità, che data pochi secoli, a partire dal positivismo. Un'idea di
verità che non funziona con i testi antichi e che rischia di farci
mancare l'incontro con i personaggi biblici.
I
personaggi che incontriamo nella Bibbia non sono forse “veri” nel
senso ristretto, quasi giornalistico, dell'essere stati “ripresi da
una telecamera”. Possono essere storicamente esistiti, come anche
parabole viventi. In ogni caso, al narratore importa mettere chi
legge di fronte a quanto può svelare la verità della sua vita,
normalmente qualcosa che non vogliamo vedere e di cui nessuna notizia
esatta può renderci edotti.
Sono
personaggi-specchio: mettono in moto una serie di effetti mimetici
che ci mostrano quei territori della vita umana che preferiremmo non
vedere. Che ci rivelano aspetti della nostra vita in cammino che
vorremmo non conservare, come vecchie foto venute male, che togliamo
dall'album dei ricordi.
UN
CAMMINO INTERIORE DI CONVERSIONE
La
Bibbia, invece, si sofferma soprattutto su quelle foto, ce le mostra
attraverso lo specchio dei personaggi che incontriamo lungo il
cammino di lettura e che ci narrano un'altra verità, che ci
riguarda, che domanda conversione.
Il
cammino che la Bibbia ci fa fare è un'uscita da una terra di
schiavitù verso una terra Promessa: un cammino aspro, con tante
difficoltà; un itinerario che, narrato come svolto in un mondo
“altro”, si rivela un viaggio interiore per le lettrici e i
lettori del racconto.
La
Bibbia è un libro intimo: mentre descrive paesaggi esteriori, ampi o
angusti, mette a fuoco il teatro del cuore, laddove si svolge il
viaggio più lungo. Raccontando di personaggi lontani, ci avvicina
alla verità delle nostre esistenze.
(Lidia
Maggi, Fare strada con le Scritture,
Edizioni Paoline, Milano 2017. pagg. 34-37)