venerdì 4 agosto 2017

LEGGERE: E' IMPORTANTE COME SI LEGGE



LA VERITA' DEI PERSONAGGI BIBLICI

Dei diversi ingredienti utilizzati nella narrazione biblica, vi propongo di fare attenzione al ruolo dei personaggi. Nel cammino delle Scritture, infatti incontriamo diversi personaggi, nei confronti dei quali inizialmente ci poniamo con la curiosità del turista di fronte all'abitante esotico di quel mondo straniero da lui visitato.
E così, anche noi osserviamo Abramo nella sua tenda da beduino, Davide nel suo palazzo, Daniele nella fossa dei leoni... Siamo i turisti che osservano questo mondo diverso dal nostro. Poi, piano piano, grazie anche all'abile strategia narrativa, dispiegata con sapienza dall'autore del racconto, scopriamo che questi personaggi lontani in realtà sono molto più vicini a noi di quanto pensiamo: ci fanno da specchio, ci parlano, ci aprono gli occhi su panorami sconosciuti, ci sollecitano a cambiare sguardo.
Sono personaggi veri, quelli che noi incontriamo nel cammino biblico, ma non nel senso abituale dell'aggettivo. Noi pensiamo che sia vero qualcosa che possiamo verificare; qualcosa di realmente accaduto, che una telecamera ha ripreso. Si tratta di una concezione ristretta di verità, che data pochi secoli, a partire dal positivismo. Un'idea di verità che non funziona con i testi antichi e che rischia di farci mancare l'incontro con i personaggi biblici.
I personaggi che incontriamo nella Bibbia non sono forse “veri” nel senso ristretto, quasi giornalistico, dell'essere stati “ripresi da una telecamera”. Possono essere storicamente esistiti, come anche parabole viventi. In ogni caso, al narratore importa mettere chi legge di fronte a quanto può svelare la verità della sua vita, normalmente qualcosa che non vogliamo vedere e di cui nessuna notizia esatta può renderci edotti.
Sono personaggi-specchio: mettono in moto una serie di effetti mimetici che ci mostrano quei territori della vita umana che preferiremmo non vedere. Che ci rivelano aspetti della nostra vita in cammino che vorremmo non conservare, come vecchie foto venute male, che togliamo dall'album dei ricordi.

UN CAMMINO INTERIORE DI CONVERSIONE

La Bibbia, invece, si sofferma soprattutto su quelle foto, ce le mostra attraverso lo specchio dei personaggi che incontriamo lungo il cammino di lettura e che ci narrano un'altra verità, che ci riguarda, che domanda conversione.
Il cammino che la Bibbia ci fa fare è un'uscita da una terra di schiavitù verso una terra Promessa: un cammino aspro, con tante difficoltà; un itinerario che, narrato come svolto in un mondo “altro”, si rivela un viaggio interiore per le lettrici e i lettori del racconto.
La Bibbia è un libro intimo: mentre descrive paesaggi esteriori, ampi o angusti, mette a fuoco il teatro del cuore, laddove si svolge il viaggio più lungo. Raccontando di personaggi lontani, ci avvicina alla verità delle nostre esistenze.
(Lidia Maggi, Fare strada con le Scritture, Edizioni Paoline, Milano 2017. pagg. 34-37)