giovedì 3 agosto 2017

MA... E' MATTO

Un lettore del mio blog è rimasto piuttosto sconvolto, leggendo due mesi fa, che dal prossimo settembre animerò un gruppo di lettura biblica, a Torino, riprendendo gli incontri dal libro dei Giudici.
Il mio interlocutore definisce tale libro biblico "un immondezzaio", un "manuale di violenza", un "libro stomachevole", un "insieme di storie inverosimili e deliranti"...
Non posso certamente dire che il libro biblico dei Giudici sia un'opera edificante, ma i redattori hanno scelto non l'epica delle gloriose imprese, ma il coraggio di narrare la storia tragica e violenta attraverso queste leggende - nude e crude - che mettono in luce l'infedeltà del popolo di Israele. Anche i personaggi "celebri" vengono ritratti e dipinti con un verismo ed una ironia raramente rintracciabile in altre culture: "La Bibbia ebraica è l'esempio supremo del più insolito dei fenomeni, una letteratura nazionale di autocritica. Altre civiltà antiche narrano le loro vittorie. Gli israeliti  narrarono i loro fallimenti. E' di questo che si parla nei libri mosaici e profetici" (Jonathan Sacks, Non nel nome di Dio, pag. 65).
Il significato di questa parte della Bibbia ebraica è ulteriormente precisato da tantissimi studi. Mi limito a suggerire, al mio interlocutore, il libro di J. Clinton Mc Cann, Giudici (ed. Claudiana).
La Bibbia vuole aiutarci a prendere atto di questa parte negativa della realtà e a cercarne le cause. Allora si scopre che il messaggio è antico, ma non estraneo ai nostri vissuti di oggi.
C'è qualcosa di più: i testi biblici come Giudici denunciano i frutti delle idolatrie che anche i credenti di tutti i tempi portano con sé. Questo significa che non ci è permessa nessuna idealizzazione delle nostre esperienze religiose e che siamo costantemente esposti al rischio di mettere il "cappello divino" alle nostre scelte e alle nostre azioni.
Comunque... leggere queste pagine bibliche oggi è un po' una vera pazzia. In questo ha ragione il nostro interlocutore: in un tempo in cui si preferisce glissare su tanti aspetti negativi della realtà, guardare in faccia la nostra storia collettiva e personale può costituire una grande saggezza.
Il gruppo in questione, effettivamente, è un po' pazzerello, perché in esso, almeno da quarant'anni, ci siamo prefissi di leggere integralmente la Bibbia, senza omettere le pagine scomode e sconcertanti.
Devo fermarmi a queste poche considerazioni, ma, senza prefiggermi di aver convinto l'interlocutore  a mettersi a leggere il libro dei Giudici, mi permetto di fornire una ipotesi di lettura: esca fuori dalle solite letture dei vangeli canonici, così preziosi ma anche estremamente limitanti, rispetto ad una cammino di fede adulta. Nel cammino di fede della nostra vita è assai più nutriente percorrere l'intero territorio narrativo biblico. Le succederà che gli stessi vangeli, dopo la lettura del Primo Testamento, parleranno al suo cuore in modo ancora più vivificante.
Un caro saluto a chi legge.
Franco Barbero