sabato 20 gennaio 2018

LA MENZOGNA CHE CONFONDE TRAFFICANTI E VOLONTARI

Seminare paura, praticare la diffamazione di massa, insinuare, insultare, falsificare la realtà. L'"onda nera" trascina via la ragione e produce effetti devastanti, disorienta, fa leva sulle fragilità di un'Italia spaventata per se stessa e per il futuro dei propri figli e intanto mette in un angolo «gli schiavisti del ventunesimo secolo», «i buoni che fanno i patti con i trafficanti», quelli «che corrono in mare per arricchirsi». Fascisti e razzisti un primo risultato l'hanno già ottenuto, in pochi mesi sono riusciti a indebolire la fiducia degli italiani nei confronti di Ong e associazioni e fondazioni che per finalità hanno solo quella di salvare i disperati che attraversano il Mediterraneo. La loro colpa: aiutare gli invasori, portarceli a casa con le loro imbarcazioni. Portarceli vivi.
Perché c'è anche chi - parole scollegate dal cervello - li preferirebbe morti.
Affondiamo le loro navi, urlava Salvini appena l'estate scorsa. Era agosto. Qualche giorno prima, a luglio, un corteo delle destre sfilava nella calabrese Riace contro la politica dell'accoglienza del sindaco Mimmo Lucano. La notte dopo, in provincia di Brescia, veniva lanciata una molotov contro un albergo che da lì a poco avrebbe dovuto ospitare migranti e dove qualcuno aveva affisso un grande cartello: «Profughi finti, soldi veri». Poi i veleni e le accuse di Di Maio e degli altri 5Stelle sul famigerato rapporto Frontex e sull'«indagine conoscitiva» della procura della repubblica di Catania, indizi e sospetti su alcune Ong - su alcune, non su tutte - che sono ancora nella fase della verifica e del riscontro.
Cavalcare la paura per produrre altra paura. Per stampare titoli che grondano sangue e "riflessioni" (Vittorio Feltri, agosto 2017) dove l'Italia è descritta come «una discarica africana».
Senza distinguere, mischiando tutto e tutti. Quelli del business dell'ospitalità - «multinazionali del bene», personaggi in odore di mafia e alti prelati, come ha dimostrato la magistratura di Trapani - con le organizzazioni da sempre impegnate nella solidarietà e nella difesa dei diritti. Calcoli, convenienze. Una propaganda barbara giocata sull'insicurezza, sulle difficoltà economiche di larghe fasce della popolazione, sul lavoro che non c'è. Slogan che scatenano sentimenti di rabbia e di punizione anche economica verso chi accoglie e non respinge, verso chi dialoga e non urla, verso chi rispetta la dignità umana e non la calpesta.
E poi le parole, le parole il loro potere, un linguaggio che si modifica giorno dopo giorno. Le navi delle Ong che sono diventate nell'immaginario collettivo «taxi del mare», l'espressione «sostituzione etnica» riferita a un «popolo italiano» che rischia di scomparire. Fino alle volgarità e alle grossolanità. Fino al «costo» che devono pagare associazioni e organizzazioni non governative.
Danni d'immagine, danni di cassa. Gli uni e gli altri determinanti sui «costi umani» delle traversate. Ma la campagna violenta non fa differenza fra negrieri e volontari.
Attilio Bolzoni

(la Repubblica 13 gennaio)