“Due
metri”, questo lo strano titolo di un recente articolo che parla
del possibile innalzamento, di due metri, appunto, del livello dei
mari in seguito al riscaldamento dell’intero pianeta Terra.
Molti
segni indicano chiaramente che esistono alterazioni dei cicli
biogeochimici del pianeta interpretabili soltanto con un aumento
della temperatura “media” della Terra con una accelerazione
dovuta al rapido sviluppo delle industrie, al crescente consumo di
fonti di energia, ai mutamenti delle coltivazioni agricole.
Una
delle più vistose conseguenze del riscaldamento del pianeta è
rappresentato dalla fusione di parte dei ghiacciai, quei giganteschi
depositi di acqua solida, 30 milioni di chilometri cubi,
immobilizzata nelle zone polari, e nelle alte montagne; con la
fusione l’acqua passa dallo stato solido allo stato liquido e
scorre attraverso le valli e le pianure e arriva al mare il cui
volume aumenta e di conseguenza aumenta anche il livello dei mari e
degli oceani in ragione, oggi, di due o tre millimetri all’anno,
quasi impercettibile, ma continuo. Il fenomeno sta già preoccupando
le zone turistiche che vedono lentamente sparire le loro spiagge; le
isole costituite da atolli, con una altezza massima sul mare di pochi
metri, rischiano di perdere una parte della loro intera superficie.
Che
cosa succederebbe se un giorno il livello dei mari aumentasse davvero
di due metri. Molte strade di Bari, Napoli, Genova, Ravenna, New
York, e di tante altre città costiere sarebbero invase dall’acqua
del mare; la bella Venezia e la ricca Miami scomparirebbero
sott’acqua; l’acqua marina salina andrebbe a miscelarsi con le
acque dolci sotterranee che non sarebbero più adatte per
l’irrigazione. Milioni di persone dovrebbero emigrare dai propri
paesi. Ma anche il sollevamento del livello del mare di poche decine
di centimetri provocherebbe danni umani ed economici elevatissimi a
cui oggi nessuno pensa perché il fenomeno procede lentissimo, anche
se inesorabile. Nessun governo si preoccupa di quello che potrebbe
succedere dopo i pochi anni in cui è in carica, sapendo che in tale
periodo l’aumento del livello del mare sarebbe di “appena” uno
o due centimetri.
Considerare,
“oggi”, quello che potrebbe succedere se il livello dei mari
aumentasse, non dico di “due metri”, ma anche soltanto di mezzo
metro, è un invito a guardare “lontano”, a un pianeta i cui
vivranno i nostri nipoti e pronipoti i quali potrebbero rimproverarci
per non aver preso in tempo provvedimenti per evitare eventi di cui
abbiamo già i segni. Albert Schweitzer, premio Nobel per la pace,
scrisse che “l’uomo ha perso la capacità di prevedere e
prevenire; finirà per perdere la Terra”, la sua unica casa nello
spazio. Se cominciassimo già adesso a pensare al futuro?