E' una pluralità che fa trasparire la complessità della vita e che ci offre tutta una serie di figure di speranza e di ricerca di Dio. Ci sono momenti in cui Giobbe e Qohelet esprimono la "parola che Dio proferisce", o quando una parabola di Gesù o la testimonianza della sua resurrezione ci porta salvezza, -ma anche in cui tante voci si uniscono in una possente orchestra, per affascinare l'intera comunità.
Ed è proprio questa multiformità della parola di Dio, come risuona nel Primo Testamento, a preservare noi cristiani dal rischio di cadere nella miopia "cristologica" e in un'ecclesiologia di corto respiro.
Ed è quella che c'invita a diffidare da ogni sistematizzazione affrettata.
Non esiste una chiesa capace di aprire tutte le dimensioni della vita di fronte a Dio e con Dio, ma soltanto le diverse chiavi delle differenti testimonianze bibliche, tenute insieme all'anello del canone e offerteci dalla benevolenza divina".
Erich Zenger, Il primo testamento Queriniana Ed. pgg213-214.