sabato 10 marzo 2018

Neocatecumenali: due preti diocesani

C'è da attendersi chiese stracolme, domenica 4, a Campiglione Fenile, Messa delle 11, e Perosa, Messa delle 10. In queste due parrocchie a celebrare sarà un prete novello. Un'occasione che vedrà aggiungersi agli abituali fedeli i tanti amici, parenti e conoscenti di don Antonello Alibardi e di don Roberto Bocchese. La loro ordinazione presbiterale avverrà sabato 3, ore 15, in duomo a Pinerolo con l'imposizione delle mani di mons. Derio Olivero, anche lui neofita nel ministero di vescovo ordinante. Don Antonello, 56 anni, e don Roberto 51 anni, entrambi originari del Padovano, per molti anni sono stati operai metalmeccanici ed ora "operai" a tempo pieno nella "Vigna del Signore". Due "chiamate" percepite e maturate nell'ambito del Cammino Neocatecumenale. La formazione è avvenuta nella Diocesi di Pinerolo, al Seminario Missionario Diocesano "Redemptoris Mater" di Luserna. Oltre 10 anni di presenza che ha permesso loro di conoscere le peculiarità di questa Diocesi. Negli ultimi mesi hanno poi sperimentato, come diaconi transeunti, un servizio pastorale e ministeriale a fianco di due parroci, don Marco Silvestrini a Campiglione e don Luciano Chino a Perosa. Oltre alla guida formativa dei due rettori, don Jesus Padilla e don Eugenio Simon, ringraziano il buon Dio per avere incontrato due vescovi: mons. Debernardi «che ultimamente ci ha dato anche l'esempio di come si possa essere missionari a tutte le età», e mons. Derio Olivero "che ci sprona ad essere vicino alla gente facendoci autentici compagni di viaggio, nel tratto di vita che il buon Dio ci concederà» riferiscono.
La loro formazione teologica passa attraverso tre diverse esperienze di studio: Roma, Fossano e Torino a cui si aggiunge la non comune esperienza di vita e il fatto di avere lavorato in fabbrica nella mansione di operaio. «Una preparazione un po' analoga a quella di Gesù operaio e falegname fino a 30 anni a Nazareth» riferiscono un po' scherzando. In loro non c'è presunzione alcuna, si percepiscono come ultimi arrivati, disposti a svolgere qualunque mansione che il vescovo vorrà loro affidare. Solo un aspetto puntano a conservare: mantenere una relazione con una comunità di famiglie e non vivere da soli in una casa canonica. La solitudine in cui vivono molti sacerdoti è indubbiamente una concausa al preoccupante caio di vocazioni. Anche la Diocesi di Pinerolo vive questa situazione, se pensiamo che l'ultima ordinazione di un prete diocesano originario del Pinerolese risale a 19 anni fa. «La nostra grande fortuna è che ognuno di noi ha un gruppo di famiglie di riferimento con le quali condividiamo l'esperienza di fede che passa attraverso il "Cammino", che è però anche luogo di amicizia e se si vuole di festa. Ci auguriamo poi di riuscire a condividere l'abitazione can altri sacerdoti. Un modo per reciprocamente sostenerci, smussare gli spigoli del nostro carattere e che ci aiuta a meglio comprendere le dinamiche che si vivono all'interno delle famiglie».
Il "Redemptoris Mater" di Luserna, attivo dal 2003, ha già dato alla Diocesi di Pinerolo 15 presbiteri, di' cui 9 sono parroci, 2 viceparroci, 3 preti in missione e don Fabiano Corsato, vicerettore del Seminario e viceparroco a Torre Pellice, e anche lui prossimo a partire per il Gabon. Ospita 13 seminaristi, di cui la meta sono italiani gli altri provengono dalla Spagna e dall'America Latina. Studiano a Torino alla Facoltà Teologica Interregionale e sono tutti al di sotto dei 30 anni. Il Seminario di recente ha inaugurato due nuovi spazi, la biblioteca ampliata e riordinata e un'area di relax per incontrarsi, recuperata nel seminterrato. Il tutto è stato realizzato con l'aiuto economico di benefattori e con il lavoro manuale e di restauro degli stessi seminaristi.
mando

(L'Eco del Chisone 28 febbraio)