RICOMINCIARE
DA ERASMO
Doctor
Mundi
La
“Riforma” (e la relativa “Controriforma” Tridentina) non è
ancora entrata nella “postmodernità”. Le religiosità
istituzionali e le relative scuole di “spiritualità”, legate
ciascuna al proprio sistema teologico/dogmatico, faticano a scoprire
una spiritualità della pace laicamente concepita, secolarizzata,
valida “etsi deus non daretur” (cioè indipendente dall’ipotesi
Dio), tenendo conto del fatto che molti uomini e donne sono di fatto
“operatori di pace” pur senza appartenere ad alcun credo
religioso. Erasmo aveva intuito, evangelicamente, che il valore della
Pace comprende tutti i valori umani e divini, perciò si rifiutava di
schierarsi con uno o con l’altro dei due eserciti belligeranti.
Nella
ricorrenza del cinquecentenario della “Riforma” potremmo almeno
sanare questa grave contraddizione dichiarando chiuso il conflitto….
(TdF
settembre 2017, p. 16).
E’
stato accusato dagli uni e dagli altri di essere pusillanime,
pauroso, vigliacco perché ha avuto il coraggio dell’intransigenza,
della sua “folle” convinzione che nessuna guerra può portare la
pace, e non si può, con la guerra, glorificare il dio della Pace,
della Libertà, della Giustizia.
Ci
sono voluti cinquecento anni di orrori commessi in nome delle
“religioni”, delle “libertà”, delle “giustizie” perché
il mondo ferito e malato possa capire che l’unica cura possibile
della “città del futuro”, la “Nuova Babilonia”, sarà
chiamare al proprio capezzale Erasmo da Rotterdam.
Tempi
di Fraternità 3/2018