BENVENUTA,
UTOPIA! – 1
Remigio
Cuminetti
nasceva il 1 luglio 1890 a Piscina (un comune di circa tremila
abitanti della città metropolitana di Torino) nella bassa Val
Chisone, vicino a Pinerolo.
Fu
il primo obiettore di coscienza italiano. Era un normale
metalmeccanico all’alba del Secolo Breve, al tramonto della Belle
Epoque. Fervente
cattolico, in un passaggio cruciale tra modernità e fedeltà
all’Essenziale, aveva maturato la convinzione interiore che il
discepolo del Vangelo non può avere nemici, e l’incontro con i
Testimoni di Geova lo confermò nella necessità della coerenza
assoluta con la propria convinzione.
Scoppiò
la prima “Grande Guerra” (“l’inutile strage”) e Remigio
rifiutò la cartolina precetto.
La
convivenza con la famiglia d’origine era diventata impossibile per
contrasti di ordine religioso.
“Vai
tu in cerca del volto di Dio? Esso ti è davanti agli occhi: è il
volto del tuo fratello. Prostrati e adora”. E’
uno degli agrapha
di Gesù
che Buonaiuti amava citare più spesso leggendo gli Stromata
di
Clemente Alessandrino.
Forse
Remigio, metalmeccanico, non conosceva né Buonaiuti né Clemente
Alessandrino, ma la pensava allo stesso modo, e pronunciò
modestamente il suo irremovibile Signornò.
Fu
processato e condannato per renitenza, ma gli fu offerta la
possibilità di lavorare come operaio militarizzato alla RIV per la
produzione bellica. “Grazie, Signornò, non produrrò strumenti di
morte”. Per evitare la fucilazione accettò di servire, disarmato,
nel reparto Sanità in prima linea. Fu ferito e ospedalizzato.
Leggendo la
Bibbia ho potuto comprendere la verità, Iddio mi ha rivelato che la
vita è amore, ed io non debbo far male ad alcuno. Indossando la
divisa io mi distinguerei da uomini di altre nazioni che sono miei
fratelli”.
Lo misero in manicomio.
Era
il 1917 e il Piave continuava a mormorare, ma ciascuno lo capiva a
modo suo e Gaeta non era una villeggiatura. Remigio morì il 18
gennaio 1939 ma la sua utopia si realizzò con la legge 8 luglio 1998
n. 230.
Una disciplina organica della materia riconobbe compiutamente
per la prima volta il diritto all’obiezione di coscienza,
configurando la stessa non più come un beneficio concesso dallo
Stato, bensì come un diritto della persona.