Lo smaltimento dei rifiuti
Giulia Gardois
L'eco delle Valli Valdesi
3/2021
La Direttiva Quadro Rifiuti 98 del 2008, modificata nel 2018, stabilisce un quadro giuridico a livello europeo
per
il trattamento e la gestione dei rifiuti, ponendo come obiettivi la
protezione dell’ambiente e della salute attraverso la prevenzione degli
effetti nocivi derivanti dalla produzione dei rifiuti, incentivare il
riciclaggio dei materiali e regolamentare lo smaltimento degli scarti.
L’Italia,
aderendo alla normativa, ha trasformato i vecchi codici na- zionali Cir
in Cer, che vengono attualmente utilizzati per classificare gli scarti
all’interno dell’Elenco europeo dei rifiuti. I rifiuti vengono
classificati secondo l’origine in urbani e speciali e, secondo le
caratteristiche di pericolosità, in pericolosi e non pericolosi.
I
rifiuti prodotti dagli ospedali e dalle Asl sono generalmente a rischio
infettivo, quelli prodotti dai laboratori di analisi sono a rischio
chimico, mentre quelli prodotti dagli ospedali specializzati in medicina
nucleare sono rifiuti radioattivi. I rifiuti a rischio infettivo, per
essere smaltiti correttamente, devono essere bruciati in
termovalorizzatori oppure essere sterilizzati.
Secondo
Matteo Giorgis, ingegnere responsabile dei rifiuti in ambito sanitario,
uno dei problemi principali del Piemonte è la mancanza di impianti per
lo smaltimento dei rifiuti sanitari. Questi scarti, infatti, devono
essere perio-
dicamente trasportati
fuori regione, a esempio a Forlì o Arenzano. «Si tratta di un vero
paradosso dal punto di vista ambientale: il termovalorizzatore del
Gerbido non è autorizzato a smaltire i rifiuti speciali e pericolosi
della sanità e il trasporto per lunghi tratti aumenta l'inquinamento
atmosferico. La Regio- ne ha quasi subito un collasso della gestione dei
rifiuti durante i mesi in cui gli ospedali erano sovraffollati a causa
della pandemia».
I rifiuti radioattivi
vengono prodotti dalla medicina nucleare che si avvale dell’utilizzo di
radioisotopi per diagnosticare malattie e per le terapie. Gli isotopi
sono elementi instabili che, dopo un determinato lasso di tempo,
decadono. Gli isotopi utilizzati nei reparti di medicina, come il
tecnezio-99 e l’indio, han- no un tempo di decadimento breve e questo
rende la radioattività per uso terapeutico poco pericolosa per medici e
pazienti. In base al tempo di decadimento dell’isotopo utilizzato si può
capire quando smaltire in modo sicuro un rifiuto radioattivo. Secondo
Giorgis è fondamentale creare un impianto unico per i rifiuti
radioattivi in Italia: «Il Deposito nazionale sarà sicuro e il controllo
sarà finalmente centralizzato e non più a macchia di leopardo.
L’impianto, infatti, non servirà solo per gli scarti medici, ma anche
per i rifiuti radioattivi che ci portiamo dietro dalle centrali nucleari
di- smesse, a esempio quella di Trino nel Vercellese».