domenica 7 marzo 2021

LE PAROLE PER DIRLO
"MISTERO: UNA PAROLA MARGINALE
di DERIO OLIVERO Vescovo di Pinerolo

Ogni epoca ha una graduatoria delle parole. Ci sono parole di serie A e parole di serie B; parole molto usate e parole dimenticate; parole che hanno un peso e parole che dicono poco; parole dense e parole vuote; parole utili e parole inutili. Per esempio, nel nostro tempo, le parole importanti sono: scienza, certezza, concretezza, utile, piacere, spontaneità. Mentre stanno in ombra parole come: mistero, attesa, fiducia, sorpresa, pazienza, ricerca. Una, in particolare, è sempre più sbiadita: mistero. È diventata una parola marginale, che non parla, non serve a dipingere la ricchezza del reale. Dice un bravo filosofo: "Il mistero o viene estromesso dalla potenza della ragione che misura tutto, o viene confinato come segno dell'impotenza della nostra ragione" (C. Esposito). Da un lato il mistero è pura superstizione che la ragione scientifica piano piano sta polverizzando oppure è il caos, indistinto e irrazionale, che la ragione sta combattendo. Il mistero è illusione superstiziosa o nemico dell'umanità. Solo la ragione è utile a vivere. Il mistero è una fuga dalla vita, una distorsione della realtà, un pericolo da combattere. Così la parola "mistero" perde valore, viene messa da parte. È una parola da evitare. In ogni caso una parola che parla di "nulla di importante". Ancora qualche anno e tale parola sarà solo un lontano ricordo di un'epoca "pre-umana". Eppure ciascuno di noi "ha portato e continua a portare dentro di sé una qualche percezione del mistero, di fronte alle esperienze fondamentali della vita: la dolce sorpresa di un innamoramento, la gioia immeritata della nascita di un figlio, il dramma amaro della morte di una persona cara. Momenti misteriosi che aprono delle crepe profonde sulla superficie apparentemente compatta della vita, facendo percepire d'un tratto la sua insondabile profondità. Suscitando stupore, ma anche sgomento; meraviglia e insieme paura" (C. Esposito).
È proprio vero: di fronte alla nascita di un bimbo senti di essere di fronte a qualcosa di più grande di te. Ogni mamma, quando prende in braccio il proprio cucciolo appena nato, ha la sensazione di stringere qualcosa di più grande di lei. Le sembra di ricevere da lontano colui che ha partorito lei stessa. Abbraccia un "mistero" che la supera. Così di fronte all'innamoramento. Quando ti innamori ti senti dentro qualcosa di più grande di te, qualcosa che ti arriva, ti sorprende, ti supera. La stessa cosa succede di fronte alla morte di una persona cara: una ferita che non puoi combattere, un dolore che ti schiaccia, Queste esperienze fondamentali ti fanno percepire che la vita non è "sotto controllo"; ti supera, ti sfugge, ti sorpassa. Ne resti stupito e ferito, meravigliato e impaurito. In ogni caso scopri che la vita è "di più": più dei tuoi calcoli, più dei tuoi ragionamenti, più delle tue potenzialità, più delle tue conoscenze.
La realtà è più ricca, è un mistero affascinate e tremendo. La Quaresima è il tempo adatto per riscoprire il mistero, cioè la ricchezza insondabile della vita. Anzi è il tempo per riscoprire che il mistero non è informe, ma è una presenza benevola. Ha il volto di un Dio che abbraccia e salva. Buona e felice Quaresima.

L'Eco del Chisone, 17 febbraio