venerdì 5 marzo 2021

QUANDO SI PARTE CON IL PIEDE SBAGLIATO

 Le severe riflessioni che qui propongo nascono dal fatto che ho letto con sommo sgomento alcune predicazioni di colleghi già in rete o in altri scritti che ancora una volta sono prigionieri del pregiudizio suprematista cristiano verso l'ebraismo.

Quando c'è il presupposto ideologico e teologico per cui Gesù sarebbe il compimento e il superamento dell'ebraismo, si compiono delle interpretazioni di un passo biblico che sono già false in partenza. Cito un caso, quello della rivista cattolica "Servizio della Parola" numero 525 che commenta il brano biblico che anch'io ho commentato su questo blog. 

Ecco la citazione precisa di questa supponente ideologia: "La scena evangelica della contestazione del tempio, plasticamente espressa dal violento zelo di Gesù, potrebbe indicare il superamento inscritto nella rivelazione cristiana in relazione a tutta la tradizione religiosa giudaica, che ha il suo punto di inizio e il suo fondamento nella celeberrima pagina delle dieci parole rivolte a Israele perché possa vivere liberamente nella propria terra. Questa tradizione dei 10 comandamenti presenta gli aspetti che determinano quella concezione legalistica che si manifesta anche nel tempio, l'istituzione più sacra dell'Antico Testamento. 

Questo superamento è indicato da Paolo nella seconda lettura in cui, a fronte di due esperienze religiose che hanno fallito, quella monoteista giudaica e quella politeista greco-romana, si fa annunciatore della rivelazione definitiva: la crocifissione di Gesù, manifestazione suprema della sapienza di Dio, che si rivelerà pienamente nella risurrezione.

Questo messaggio è in piena sintonia con il vangelo giovanneo secondo cui il nuovo tempio è lo stesso Gesù morto e risorto"( Santi Grasso, pag. 110-120).

Provo una certa indignazione di fronte a questa esegesi  falsa e supponente. Gesù di Nazareth, quello storico e non quello dogmatico, non è mai uscito di un centimetro dall'ebraismo e dal giudaismo del suo tempo. L'Autore della citazione che ho riportato, ha dimenticato gli ultimi tre secoli di ricerche storiche. Il nazareno infatti si ispira e cita delle parole che ascoltò nella sinagoga del suo villaggio: "Lo zelo della tua casa mi divorerà" (Salmo 69,10) e " La mia casa sarà chiamata casa di preghiera" (Isaia 56,7), " Ma voi ne fate una spelonca di ladri" (Geremia 7,11).

Questa è la radice del detto del vangelo di Giovanni "Casa di commercio- mercato".

Gesù è in totale consonanza con altri passi di Amos e di Isaia e certamente imparò e mise nel cuore questa lezione degli antichi profeti che fece completamente sua. Una certa teologia, prigioniera del complesso di superiorità del cristianesimo rispetto ad ogni altra tradizione religiosa, è una ideologia dalla quale è ancora difficile liberarsi perché manca la conoscenza, lo studio, un serio confronto con l'ebraismo. 

Se, anche riviste che dovrebbero fornire strumenti per la predicazione, sono a questo livello, allora diventa evidente che il sonno della riflessione teologica ed esegetica ha bisogno di qualche scossone. E' evidente che sono ancora molti quelli che verniciano di nuovi colori il concilio di Trento. Ma io credo che la fatica di chi si attiene al rigore delle ricerche continui ad essere un importante servizio alla fede e alla maturità dei/delle credenti.

Franco Barbero, oggi 5 marzo 2021