domenica 21 marzo 2021

RISPETTO DELLE DIFFERENZE

 Il commiato di Buddha e Gesù

Hans Kung scrive che l’importanza di Buddha, per la fede cristiana, era stata attestata già da Romano Guardini; il teologo italo-tedesco infatti, tra i precursori di Gesù, menziona non solo il biblico Giovanni ed il filosofo Socrate “nel cuore della cultura antica” e “forse Buddha sarà l’ultimo con cui il cristianesimo dovrà confrontarsi. Che cosa egli significhi dal punto di vista cristiano, non l’ha ancora detto nessuno” (Kung, Credo, Rizzoli 1994, p. 55).

Lo scritto di Comolli “pone a confronto gli ultimi discorsi che il Buddha e Gesù rivolgono ai loro rispettivi discepoli; il primo per avviarsi serenamente (…) verso il nirvana definitivo; il secondo verso la tragedia della croce. I testi utilizzati per questo confronto sono entrambi magnifici: le parole di Gesù, riportate dal Vangelo di Giovanni (capp. 13-17) e il Mahaparinibbanasuttanta, cioè il Grande discorso del nirvana definitivo, contenuto nel Canone Pali (gli scritti antichi posti a fondamento della tradizione buddhista)” (p. 5).

Per l’autore, tra i due dialoghi vi sono tante, enormi differenze ma alcune significative affinità. Questi due discorsi d’addio sono accomunati da elementi contenutistici e di sensibilità. In particolare come discorsi di congedo per suscitare una solida consolazione ma, nel contempo, i discepoli sono, inevitabilmente, rattristati di una “malinconia meravigliosa”, per comprendere cosa ciò significhi lasciamo la parola all’autore: “i racconti degli ultimi giorni di Buddha e di Gesù, anche una volta conosciuti e meditati, non spengono mai in noi quello strano senso di dolcezza e di tristezza che abbiamo provato sin dalla prima volta che ci sono state raccontate queste storie. Narrazioni che rimangono meravigliose e malinconiche, anche quando abbiamo saputo che tutto quello che avevano da insegnarci i due maestri, noi lo abbiamo ricevuto in pienezza e in abbondanza, senza che nulla fosse trascurato. Eppure, quella pienezza non estingue in noi il desiderio di avvicinarci una volta ancora, pieni di struggente compassione, alla mirabile storia di Siddharta, il Buddha; non acquieta in noi l’ardore di ascoltare, un’altra volta ancora, pieni di dolorosa dolcezza, la mirabile storia di Gesù, il Cristo” (pp. 233 -34).

Giampiero Comolli, giornalista e scrittore, al suo attivo ha già diverse pubblicazioni nel campo della spiritualità, tra i suoi incarichi è presidente del Centro Culturale Protestante di Milano una delle realtà più significative del tessuto culturale milanese.

Il libro qui presentato è composto da una stesura intensa, informata, accattivante: ad esempio i paragrafi Breve storia del Buddha e Breve sintesi Buddhista sono pennellati con efficacia magistrale.

Si può annotare che sulla parte cristiana il discorso è forse ancora più articolato: le pagine evangeliche pongono l’impressione che i discepoli di Gesù fino alla croce sono angosciati e sbandati (e, ancora dopo, arriviamo a tutto il giorno di Pasqua di Risurrezione, dalla mattina presto fino alla sera, Giovanni 20!).

L’autore attinge, appropriatamente, dai tesori della spiritualità del cristianesimo orientale ortodosso ampliando così l’orizzonte ecumenico in cui incastonare l’annuncio evangelico anche per una significativa comparazione interreligiosa.

Comparazione non vuol dire sminuire le differenze, non significa appiattire le diversità, ma prenderle invece sul serio per comprenderle con rispetto, questo è il lavoro che Comolli ha svolto puntualmente.

Questo volume è inserito dall’editrice torinese Claudiana nella serie Spiritualità: una collana davvero utile per l’edificazione spirituale concreta.

Maurizio Abbà

  • Giampiero Comolli, La malinconia meravigliosa. I discorsi di commiato del Buddha e di Gesù. Claudiana 2019, pp. 236.