domenica 21 marzo 2021

UN GESTO AUTORITARIO E REAZIONARIO

 PARIGI: L’ARCIVESCOVO CHIUDE IL CENTRO PASTORALE SAINT-MERRY, “CHIESA IN USCITA” DA 46 ANNI

40561 PARIGI-ADISTA. Mano pesante dell'arcivescovo parigino, Michel Aupetit, contro uno dei più riusciti esempi di “Chiesa in uscita" ante litteram, cioè ben prima che papa Francesco ne sollecitasse l'avvento: ha deciso - e comunicato per lettera - di «porre fine, dal 1° marzo 2021, alla missione affidata dal card. François Marty nel 1975 al Centro pastorale Saint-Merry››, una sorta di una parrocchia senza territorio ispirata dal Concilio Vaticano ll che l'allora cardinale di Parigi mise in mano a un gruppo di laici e a un sacerdote, Xavier de Chalendar, con la missione di «inventare nuovi modi per la Chiesa di domani». Inizialmente venne chiamato Centro pastorale Les Halles-Beaubourg, per divenire Saint-Merry.

«Chiesa aperta››, «Chiesa della ricerca con i cristiani ma anche con i marginali, i cercatori di senso››: così si definisce il Saint-Merry, dove infatti trovano accoglienza cattolici omosessuali e coppie di divorziati risposati, dove vige la «collegialità tra preti e laici››; dove ogni domenica alle 11.15 viene (veniva!) celebrata con creatività liturgica una messa, preparata per tempo dalla comunità; dove si lavora a sostegno dei migranti e si dialoga con gli ambienti artistici. Una parrocchia, annota AskaNews prima a darne notizia, «accolta con una certa freddezza dai diversi arcivescovi che si sono succeduti sulla cattedra parigina››.

Freddezza anche da parte di mons. Aupetit, che però parla di un clima difficile al Saint-Merry, soprattutto contro i sacerdoti: «È la seconda volta in meno di tre anni che il parroco è costretto a lasciare la sua missione. Brutalmente, di fronte alle violenze degli attacchi di cui è stato oggetto». A partire dal 1° marzo, dunque, «non ci sarà più (...) una celebrazione eucaristica alle 11.15, ma solo una messa parrocchiale celebrata alle 10, preparata dai parrocchiani di Saint-Merry attorno ai preti ai quali ne affiderò la responsabilità. Desidero permettere che la vostra chiesa torni ad essere un luogo di pace e incoraggio l’équipe del centro pastorale ad accettare questa decisione con fiducia e a porre termine d'ora in poi a ogni attività pastorale in questo quadro».

Adista 27 febbraio