venerdì 28 maggio 2021

IL PEGGIO DELLA RETE

 Italia

Incitamento all’odio on-line

La crisi sociale, economica e sanitaria ha fatto esplodere disuguaglianze, discriminazioni e sentimenti di odio nei confronti di presunti «untori». È quanto emerge nella ricerca «Il barometro dell'odio 2021 - Intolleranza pandemica Circa ottanta attivisti di Amnesty International Italia, affiancati da esperti nella valutazione dei contenuti, tra giugno e settembre 2020 hanno analizzato oltre 36.000 messaggi d'odio on-line, per monitorare l'impatto della pandemia sui diritti economici, sociali e culturali. Su circa 40 profili è emerso che migranti e rifugiati siano il capro espiatorio degli odiatori. I commenti sono nel 10,5% dei casi offensivi e/o discriminatori e l'1,2% di questi è hate speech. Si offende di meno, si incita di più all'odio. Le principali sfere dell'odio sono: nei post/tweet islamofobia (46%), sessismo (31,3%), antiziganismo (23,1%), antisemitismo (20,1%), razzismo (7,9%); nei commenti islamofobia (21%), razzismo (19,6%), antiziganismo (19%), antisemitismo (l6,6%), omobitransfobia (l4,5%). La Facebook reaction «rabbia» è espressa con maggiore frequenza dagli utenti in risposta a post/tweet dei politici. Nella sezione «Pandemia, comunicazione, discriminazione» viene analizzata la comunicazione istituzionale in merito alla pandemia. Il linguaggio si è rivelato spesso complesso, astratto, confusionario, non accessibile alle fasce di popolazione poco scolarizzate, con una scarsa conoscenza della lingua, prive di competenze digitali. Amnesty International Italia chiede al Parlamento di approvare, senza ulteriore ritardo, le proposte di legge attualmente in discussione recanti «Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale, all'identità di genere e alla disabilità

Franca Cicoria, Rocca 15 maggio.