lunedì 24 maggio 2021

MOLTE GIORNALISTE SOTTO ATTACCO

 Le giornaliste sotto attacco

The Guardian, Regno Unito

Un recente rapporto dell'Unesco fa venire i brividi. Un'indagine condotta in 125 paesi ha rilevato che in tutto il mondo le giornaliste subiscono attacchi senza precedenti. Secondo il rapporto l'obiettivo è denigrare, umiliare, spaventare e, in ultima istanza, screditare le giornaliste, oltre che erodere la fiducia nel giornalismo critico e nei fatti.

I dati sono sconvolgenti. Quasi tre quarti delle 901 intervistate hanno dovuto affrontare ostilità in rete, mentre un quarto è stato minacciato di violenza sessuale e di morte. La probabilità aumenta se le donne appartengono a una minoranza. Tra gli episodi riferiti ci sono la diffusione su internet di dettagli personali, attacchi informatici alle loro finanze, intimidazioni e molestie alla famiglia, invio di foto manipolate ai datori di lavoro.

L’indagine non ha raccolto le esperienze di giornalisti uomini, ma da uno studio del 2016 che ha esaminato 70 milioni di commenti lasciati sul sito del Guardian è emerso che dei dieci giornalisti più presi di mira otto erano donne. È deprimente vedere quanto questi attacchi siano organizzati. Ma ciò che più colpisce è la frequenza con cui gli abusi sono non solo tollerati, ma addirittura incoraggiati ai più alti livelli dello stato come nel caso del presidente filippino Rodrigo Duterte - che ha scherzato sul fatto che i giornalisti non sono al riparo dagli omicidi extragiudiziali - o degli attacchi individuali di Donald Trump. Quasi il 40 per cento delle giornaliste intervistate dall’Unesco ha dichiarato che gli autori degli attacchi sono “soggetti politici". L’effetto di amplificazione dei mezzi d’informazione di destra non può essere sottovalutato.

Visto che i social network esitano ad assumersi le loro responsabilità, sono le vittime stesse a dover bloccare questi messaggi, il che “potenzialmente aggrava gli effetti degli attacchi”. E chi subisce abusi in lingue locali, di cui solitamente non si occupa nessun moderatore, non prova neppure a lamentarsi. Solo pochissime intraprendono azioni legali. Ma in che modo la società dovrebbe proteggere i giornalisti?

Gli autori del rapporto offrono 28 ragionevoli raccomandazioni, che vanno da una maggiore cooperazione globale alla creazione di unità di risposta rapida gestite dai social network. Invitano poi i governi ad agire contro i funzionari che si macchiano di violenza di genere in rete e a rendere i mezzi d’informazione più responsabili del loro operato.

Gli attacchi contro i giornalisti, specie quando prendono di mira le donne, sono una forma di incitamento all’odio che punta a zittire e intimidire. Secondo l'Unesco almeno un terzo delle giornaliste ha riferito di essersi autocensurato. Gli effetti di questo fenomeno possono essere gravissimi, e la sua diffusione dev’essere fermata al più presto.

Internazionale, 14 maggio