"Nessuno cerca la pace
Nella violenza si rischia una terza Intifada"
di Paolo Rodari
La Repubblica 16/5
«Speriamo
non si arrivi alla disperazione totale, allora sarebbe una terza
Intifada, disastrosa per ambo le parti. Bisogna assolutamente evitarla
». È un grido di aiuto, quello che lancia il vescovo Giacinto-Boulos
Marcuzzo, Vicario patriarcale del Patriarcato Latino di Gerusalemme per
la Palestina e la Città Santa. Un grido, il suo, che scuote il mondo
occidentale da una apatia che dura da troppo tempo nei confronti della
Terra Santa.
Nessun Paese viene in vostro aiuto?
«Se l’Egitto sembra poter intervenire per calmare gli spiriti, si spera tanto nella prossima riunione dell’Onu.
Mentre
l’America, l’Europa, e il famoso Quartetto cosa fanno? Anche l’Unione
Europea si è data da fare contro lo sfratto delle famiglie palestinesi
da Sheikh Jarrah, e dopo?».
Lei è nato in Italia, ma è divenuto sacerdote in Terrasanta. Conosce bene il territorio di cui parla. Come si è arrivati a oggi?
«In
quest’ultimo tempo c’è stata una coincidenza, infelicissima, di tanti e
diversi fattori. Il piano di Trump chiamato curiosamente "accordi dei
figli di Abramo"; la proibizione di tenere elezioni a Gerusalemme Est il
22 maggio; gli sfratti di alcune famiglie palestinesi nel quartiere
Shekh Jarrah (vicino e a Nord del patriarcato); numerosi altri sfratti,
più o meno legali, lo sfruttamento cinico di casi sociali di numerose
famiglie in difficoltà per occupare quartiere palestinesi (per esempio
Siloè); gli interventi violenti della polizia nella Spianata delle
moschee, la proibizione ai musulmani di recarsi a Gerusalemme per
compiere la preghiera in un’occasione sacra; le sfilate oceaniche
provocatorie, anche se intenzionalmente pacifiche, nella "giornata di
riunificazione di Gerusalemme"».
Tutto ciò ha esacerbato gli animi?
«Alla
fine nel clima di non pace e di non ricerca di soluzioni che si
trascina da decenni, questo accumulo ha provocato quasi spontaneamente
insoddisfazione, poi insofferenza, quindi violenza, con morti e infine
ribellione locale, e lo scontro militare tra Israele e Hamas di Gaza,
con centinaia, forse migliaia, di missili e razzi che si gettano a
vicenda!».
Si arriverà a una terza Intifada?
«L’auspicio è che non ci si arrivi.
Alcuni
razzi di Hamas sono arrivati in diverse città d’Israele, fino alla
pianura di Esdrelon, e persino vicino a Gerusalemme. Pensiamo che
Gerusalemme stessa sia nel mirino».
Prima di queste ore com’era la situazione?
«Il
rammarico è che tutto questo sta accadendo quando Israele sembrava aver
trovato una sua stabilità dopo i mesi difficili della pandemia: il
Paese sembrava riprendersi. In Israele quasi tutto oggi è normale, basta
mostrare il certificato di vaccinazione. In Palestina e Giordania non
ancora. Ma con l’arrivo di diversi vaccini la situazione dovrebbe
migliorare».