Il Vaticano contro Bianchi
Dire
 che si tratti di una vicenda complessa è poco. In ogni caso il Vaticano 
intende fare in modo che Bose diventi più  "regolamentata" e cessi di
 essere un'associazione privata di fedeli. Occhio al potere! 
Riporto da Domani 13 maggio quanto segue: 
Un nuovo statuto.
Chi
 dall'esterno critica l'operato del priore di Bose, dichiara che lo 
statuto in preparazione modelli una figura del priore più autoritaria. Va
 però ricordato che l'esigenza di un nuovo statuto risale ai tempi della
 visita fraterna di Van Parys e Deveche lo ricorda Bianchi stesso: "Alla
 fine di quella visita intendevo dimissionare, ma i visitatori mi hanno 
chiesto di restare per portare a compimento il nuovo statuto" cosa 
avvenuta a fine 2016.Con l'intervento della Santa sede è emersa 
un'esigenza analoga, ma con lo scopo di dare a Bose un ordinamento 
adatto a un'organizzazione religiosa. Finora Bose è rimasta 
un'associazione privata di fedeli. Oggi, rintracciando i segni del 
carisma che la Chiesa vuole preservare, Roma chiede alla comunità di 
strutturarsi in modo più adeguato alla sua natura di vita monastica 
ecumenica: "La dimensione ecumenica che vi caratterizza e il vostro 
anelito operoso per l'unità dei cristiani sono un tesoro prezioso che la
 Chiesa vuole custodire, vegliando sulla sua autenticità e fecondità" 
ricordava Papa Francesco nella lettera inviata in occasione del 50º 
anniversario della fondazione di Bose e lo ribadiva nella lettera al 
priore Manicardi e alla comunità il 12 marzo scorso.
Non proprio un 
tentativo di demolire Bose e a un anno dal decreto, singolare, Bianchi è ancora a Bose: "Gli anziani non si fidano di passare la mano perché 
spesso loro stessi non hanno un indirizzo preciso da indicare ai 
successori. E così temono, forse a ragione, che i giovani finiscano per 
dissipare quell'eredità". Parole dell'ex priore che spiegano il precario 
equilibrio tra autorità e carisma.