martedì 1 giugno 2021

INTERVENTO VATICANO

 Il Vaticano contro Bianchi


Dire che si tratti di una vicenda complessa è poco. In ogni caso il Vaticano intende fare in modo che Bose diventi più  "regolamentata" e cessi di essere un'associazione privata di fedeli. Occhio al potere! 

Riporto da Domani 13 maggio quanto segue
Un nuovo statuto.
Chi dall'esterno critica l'operato del priore di Bose, dichiara che lo statuto in preparazione modelli una figura del priore più autoritaria. Va però ricordato che l'esigenza di un nuovo statuto risale ai tempi della visita fraterna di Van Parys e Deveche lo ricorda Bianchi stesso: "Alla fine di quella visita intendevo dimissionare, ma i visitatori mi hanno chiesto di restare per portare a compimento il nuovo statuto" cosa avvenuta a fine 2016.Con l'intervento della Santa sede è emersa un'esigenza analoga, ma con lo scopo di dare a Bose un ordinamento adatto a un'organizzazione religiosa. Finora Bose è rimasta un'associazione privata di fedeli. Oggi, rintracciando i segni del carisma che la Chiesa vuole preservare, Roma chiede alla comunità di strutturarsi in modo più adeguato alla sua natura di vita monastica ecumenica: "La dimensione ecumenica che vi caratterizza e il vostro anelito operoso per l'unità dei cristiani sono un tesoro prezioso che la Chiesa vuole custodire, vegliando sulla sua autenticità e fecondità" ricordava Papa Francesco nella lettera inviata in occasione del 50º anniversario della fondazione di Bose e lo ribadiva nella lettera al priore Manicardi e alla comunità il 12 marzo scorso.
Non proprio un tentativo di demolire Bose e a un anno dal decreto, singolare, Bianchi è ancora a Bose: "Gli anziani non si fidano di passare la mano perché spesso loro stessi non hanno un indirizzo preciso da indicare ai successori. E così temono, forse a ragione, che i giovani finiscano per dissipare quell'eredità". Parole dell'ex priore che spiegano il precario equilibrio tra autorità e carisma.