martedì 1 giugno 2021

La battaglia per i diritti al Senato

La destra ci riprova: un testo anti-Zan per affossare la legge


ROMA - Sul ddl Zan contro l'omo-transfobia riparte il match in Senato. E la legge è una tela di Penelope: fatta e disfatta. Due settimane fa i giallorossi l'avevano spuntata in commissione Giustizia del Senato garantendo che si riprendeva finalmente la discussione proprio dal disegno di legge che porta il nome del deputato dem e attivista lgbt, Alessandro Zan, già approvata a Montecitorio il 4 novembre scorso. Ecco invece arrivare in commissione oggi la proposta della forzista Licia Ronzulli, del leader leghista Matteo Salvini e dei centristi Paola Binetti e Gaetano Quagliariello. Una sorta di ddl "anti Zan", in tre articoli, che inasprisce le pene per le discriminazioni "per etnia, credo religioso, nazionalità, sesso, orientamento sessuale, età e disabilità". Però cancella il "genere", interviene sull'articolo 61 del codice penale (ignorando la legge Mancino), estende anche all'età il raggio d'azione.

Il ddl Zan rischia così di finire in un vicolo cieco. La destra chiede che le due proposte siano abbinate, puntando a fare morire la legge Zan. «Se ne potrebbe magari fare un testo unico», sostiene Ronzulli. «Di certo a norma del regolamento del Senato l'abbinamento è previsto», dichiara il leghista Simone Pillon che darà battaglia nella riunione della commissione Giustizia convocata oggi. A chi gli fa notare che anche gli elettori della Lega sono in buona parte (il 60%, secondo i sondaggi) favorevoli alla legge Zan, Pillon risponde secco: «Balle». E Salvini in un post su Facebook ribadisce: «Sì a una legge che introduce pene più severe per le discriminazioni come quella presentata dalla Lega e dal centrodestra... ma no a una legge che introduce bavaglio e carcere per le idee».

Solo "fake news" per il Pd, Leu, i 5Stelle e Italia Viva. Persino i più scettici tra i dem sul ddl Zan si sono convinti che non ci sia tempo da perdere per garantire tutela a chi per il proprio orientamento sessuale è vittima di minacce e di aggressioni. I casi di omofobia sono aumentati. La legge e attesa da più di 20 anni. Il segretario del Pd, Enrico Letta del resto, proprio in occasione ieri della giornata mondiale contro l'omotransfobia, ha assicurato in un tweet: «Celebriamo questa giornata con un impegno concreto per i diritti approvando subito il ddl Zan al Senato». Ma il pallino è nelle mani del presidente della commissione il leghista Andrea Ostellari, che si è autoproclamato relatore e che punterà a mettere insieme i due ddl. «Allora chiederemo di votare e ci conteremo», annuncia Franco Mirabelli per il Pd. Anche il renziano Giuseppe Cucca afferma: «Il testo base è lo Zan». La dem Monica Cirinnà e la pentastellata Alessandra Maiorino sono per accelerare: «Se la commissione diventa un pantano, dobbiamo tenerci la carta di portare il ddl Zan in aula direttamente». La palude è davvero dietro l'angolo. Sono state presentate ben 200 richieste di audizioni di associazioni ed esperti. Un numero spropositato, se venissero accolte tutte. Tanto per fare un raffronto: 9 sono le audizioni chieste dal Pd, 70 dalla Lega. E poi c'è la partita degli emendamenti: dal fronte leghista è stato minacciato di depositarne milioni. Denunciano i 5Stelle.

Giovanna Casadio

la Repubblica 18 maggio