venerdì 16 luglio 2021

Maggi

"Le gerarchie abbiano il coraggio di chiedere perdono" 


CITTÀ DEL VATICANO. In Canada si è pericolosamente alzato il livello di agitazione e rabbia. Credo sia urgente che la Chiesa locale mandi un segnale distensivo». Non basta il «profondo dolore» espresso il mese scorso. «Serve una richiesta di scuse, perché qualche gravissimo sbaglio temo lo abbia commesso. Così potranno calmarsi un po' gli animi e si potrà procedere con maggiore lucidità nelle indagini». Lo afferma il teologo padre Alberto Maggi dopo che altre due chiese sono state date alle fiamme nella regione della Columbia Britannica. Gli incendi sembrano legati alla scoperta dei resti di 215 bambini alunni della Kamloops Indian Residential School, «sconvolgente» l'ha definita papa Francesco in un recente Angelus. Si tratta prevalentemente di ragazzini nativi, seppelliti anonimi nei pressi degli ex collegi e delle ex residenze in molti casi gestiti dalla Chiesa.

Padre Maggi, qual è stata la sua reazione a questa triste storia?

«Mi ha fatto orrore conoscere la vicenda. Sono rimasto letteralmente ammutolito. Le confesso che non ho avuto quasi più il coraggio di leggere gli ultimi articoli di giornale. Mi fa un male fisico. Non sembra possibile una mostruosità simile».

Ora che cosa si aspetta?

«Che emergano al più presto fuori la verità e le responsabilità nei dettagli. Come ha detto il Pontefice, le autorità politiche e religiose devono continuare a collaborate con forza per fare luce e "impegnarsi umilmente in un cammino di riconciliazione"».

Basterà questo impegno?

«Temo di no. Le gerarchie ecclesiastiche locali dovrebbero anche mandare un messaggio diverso, che segni un cambio di passo, con una maggiore apertura alla possibilità che possa avere gravemente sbagliato qualcosa nel passato. Stanno crescendo tensione e conflittualità, servirebbe un intervento pubblico di distensione. Il coraggio di chiedere scusa. La Chiesa in generale invita i fedeli a domandare perdono: che bello sarebbe lo facesse lei stessa pin spesso! Sull'esempio di San Giovanni Paolo II. Così in Canada potrà mostrare di avere svoltato verso una via che, come ha indicato papa Francesco, porti lontano dal modello colonizzatore e anche delle colonizzazioni ideologiche di oggi».

Che idea si è fatto degli errori compiuti?

«Anche se bisogna attendere l'esito dell'inchiesta, è evidente che ci sono state parti di Chiesa che non hanno vissuto né trasmesso il Vangelo. La Parola di Gesù è vita, non menzogna, castigo, repressione, morte. E una Chiesa che ipocritamente si allontana dal Vangelo dà spazio al diavolo e diventa un'istituzione che provoca danni, anche terribili.

Domenico Agasso

La Stampa 28 giugno


Nota bene: Peccato che Maggi finisca con una allusione al diavolo.

Le violenze e le "diavolerie" sono tutte a carico nostro. Non esiste nessun diavolo che opera queste azioni. È tempo di togliere il diavolo e assumersi in proprio le responsabilità.

don Franco Barbero