sabato 23 ottobre 2021

Il precedente in Friuli


Non è la prima volta che nel territorio del Friuli-Venezia Giulia chi aiuta i migranti rischia il carcere. Qualche anno fa gli stessi reati sono stati contestati, a Udine, a sette volontari dell'Associazione ospiti in arrivo che sono stati denunciati per invasione di terreni e di edifici mentre stavano distribuendo coperte e generi di prima necessità a richiedenti asilo. I sette attivisti sono stati indagati anche per il reato di «favoreggiamento della permanenza di stranieri presenti illegalmente in Italia al fine di trarne ingiusto profitto», Quel procedimento è stato poi archiviato dal giudice per le indagini preliminari, Emanuela Lazzaro, che nella sentenza ha invece riconosciuto ai volontari di aver messo a disposizione le loro risorse per sopperire a una «temporanea ma significativa incapacità delle istituzioni» di dare assistenza e tutela ai richiedenti asilo.

Più di recente Domani ha raccontato il caso di Gian Andrea Franchi, indagato per favoreggiamento irregolare, che qualche mese fa, durante la notte, ha subito una perquisizione a casa dei poliziotti della Digos di Trieste che, in una azione coordinata con gli agenti antiterrorismo dell'Ucigos, gli hanno sequestrato il pc e il cellulare. Franchi, insieme alla moglie Lorena Fornasir, guida l'associazione Linea d'ombra e normalmente passa le proprie serate davanti alla stazione di Trieste dove cura le ferite dei richiedenti asilo che arrivano in Italia dalla rotta balcanica, accogliendoli con coperte, scarpe e cibi caldi. I due coniugi rischiano di subire un procedimento penale perché accusati di aver aiutato una famiglia iraniana a prendere il treno dalla stazione del capoluogo. Quelle stesse persone sono state poi fermate dalla polizia senza documenti di soggiorno e hanno ricevuto un foglio di via.

Tornando al processo che comincerà a breve nei confronti delle tre donne di Pordenone, una di loro dice: «Il nostro processo non ci stupisce perché la solidarietà è di fatto criminalizzata in ogni luogo in cui si costruiscono muri e confini».

Il Friuli-Venezia Giulia è evidentemente uno di questi luoghi visto che proprio a Trieste, lo scorso 24 settembre, il sottosegretario all'Interno in quota Lega, Nicola Molteni, ha detto durante un comizio elettorale: «Bisogna non solo rafforzare il presidio attraverso i militari e potenziare i pattugliamenti misti con la Slovenia, ma questo rischia di essere vanificato se non torniamo a fare le riammissioni informali».

 

Gaetano De Monte, Domani 14 ottobre