mercoledì 20 ottobre 2021

TRADUZIONE DELLA LETTERA DI ANNE SOUPA A CURA DI ANTONELLA IPPOLITO

 18 ottobre 2021

Care amiche, cari amici,

da quando è stato pubblicato il rapporto della CIASE, la commissione d’inchiesta sugli abusi nella Chiesa cattolica, i riflettori sono puntati su di essa. Petizioni, richiesta di dimissione dei vescovi, forte attività sulle reti sociali… L’ampiezza del disastro riaccende le domande: Com’è possibile che la Chiesa di Cristo sia portatrice d’un’opera di morte? Come aiutare le vittime a ricostruirsi?

Se i vescovi hanno preso atto della propria vergogna, come può accadere che un numero abbastanza consistente di parrocchie non abbia nemmeno menzionato questo rapporto? Forse si ha fretta di farla finita con questo tema? Ma se il “sistema” non cambia, allora gli abusi ricominceranno.

È per questo che Christine Pedotti ed io abbiamo lanciato, a partire dal 6 ottobre, un “Appello per una casa affidabile”. In esso, invitiamo le persone cattoliche a esprimere con fermezza le loro richieste: prendano in mano la riforma della loro Chiesa. Sta a loro darsi i mezzi per agire in prima persona realizzando un cambiamento che è indispensabile.

Questo appello invita, quindi, tutti gli uomini e le donne di buona volontà a creare una “Convenzione di persone cattoliche” a cui anche i vescovi sono invitati, senza mitrie né privilegi. Questa convenzione si darà le regole di un nuovo modo di governare.

Voi che avete sostenuto la mia candidatura all’arcivescovato di Lione comprenderete bene che entrambi gli approcci sono guidati dall’urgenza del cambiamento. È per questo che vi invito a firmare questo appello:

https://www.wesign.it/fr/droitshumains/appel-pour-une-eglise-renouvelee-et-fiable

Più saremo numerosi a firmare, più sarà possibile il cambiamento. Vi invito anche, se vi va, a fare la donazione che permetterà a questa conferenza di avere luogo:

https://www.helloasso.com/associations/comite%20de%20la%20jupe/collectes/convention-des-baptises-et-baptisees

Le somme non utilizzate andranno alle associazioni di vittime.

Insieme, gettiamo le basi per una “Chiesa del dopo”. Una Chiesa senza abusi, costruita insieme con le vittime, una Chiesa che dica “sì” invece di dire “no”.

Con tutta la mia gratitudine e la gioia di rivedervi presto (una mia prossima lettera vi proporrà un calendario per il nostro secondo incontro),

vostra sorella, Anne