mercoledì 13 ottobre 2021

UNIONE EUROPEA; E' L'ORA DELLE SCELTE

Il momento della verità
di Andrea Bonanni
Muri ideologici, muri politici, muri di filo spinato. La destra europea, in ripiegamento su tutti i fronti, va allultimo assalto contro la Ue e i suoi valori. In Polonia la Corte suprema, su richiesta del governo sovranista e reazionario, decreta che i Trattati europei sono in contrasto con la costituzione nazionale e, ribaltando le fondamenta dellUnione, proclama che le leggi polacche hanno il primato su quelle comunitarie. Per chi crede nell’Europa, è l’apostasia più grave: la premessa per luscita di Varsavia dalla Ue. Ma Lega e Fratelli dItalia, manco a dirlo, applaudono. Intanto i governi di dodici Paesi, tutti controllati dalle destre (con la triste eccezione della Danimarca) e guidati da Polonia e Ungheria, chiedono che Bruxelles finanzi la costruzione di muri che impediscano fisicamente laccesso dei migranti sul territorio europeo. Altra bestemmia, altra provocazione, altri applausi di Salvini.
Quello che sta accadendo, allindomani delle elezioni tedesche che hanno posto fine allultimo governo democristiano tra i grandi Paesi dellUnione, è che le destre hanno finalmente capito come lEuropa e i suoi valori siano diventati uno spartiacque. E che l’agibilità politica entro i confini della Ue sia delimitata dal rispetto di questi valori. Chi vuole governare al di fuori di tale perimetro, o chi vorrebbe farlo come lestrema destra italiana o francese, finisce inevitabilmente in rotta di collisione con Bruxelles, con le sue regole e con il consesso delle democrazie che le hanno espresse.
La crociata ideologica del governo polacco contro il primato del diritto europeo, sancito nei Trattati che la Polonia ha sottoscritto, arriva al cuore esistenziale della Ue e costringerà tutti i governi, tutte le forze politiche, tutti i cittadini dEuropa a scegliere da che parte schierarsi. Rovesciando il tavolo dei Trattati, il governo polacco erige un muro ideologico e politico che attraverserà tutta lEuropa. Chi non accetta di sottomettere la propria sovranità nazionale alla superiore sovranità europea, sempre più influente nella vita politica di tutti i Paesi, si metterà di fatto fuori dalla Ue. Chi, daltra parte, accetta il primato politico dellEuropa, avrà sempre meno scuse e meno margini di manovra per frenare un processo di integrazione che sta arrivando al momento della verità.
La lettera dei dodici governi (Polonia, Ungheria, Austria, Cipro, Danimarca, Grecia, Lituania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia e Slovacchia) che chiedono di erigere una "fortezza Europa" contro i migranti costruendo muri ai confini con i soldi della Ue va nella stessa direzione. Proprio mentre la Commissione obbliga la Grecia e la Croazia ad aprire indagini sulle accuse di respingimenti illegali alle proprie frontiere, le destre europee inseguono il sogno trumpiano e sostanzialmente razzista di un muro che preservi l’integrità etnica e culturale di una presunta «Europa cristiana» mettendo in atto la meno cristiana delle pratiche politiche: quella dellesclusione e dellegoismo.
La mossa può sembrare paradossale, ma non lo è poi tanto. Già l’Ungheria ha murato i propri confini con la Serbia, così come hanno fatto la Polonia e la Lituania alla frontiera della Bielorussia (dove ieri si è anche sparato).
C’è chi calcola che ormai mille chilometri di filo spinato delimitino i contorni di quellEuropa che è nata proprio in contrapposizione alla cortina di ferro sovietica.
Ma anche quei muri, come lo spartiacque ideologico eretto dalla Corte suprema polacca, finiscono per spaccare lEuropa al proprio interno. Proprio mentre lItalia e i Paesi del Mediterraneo si preparano a riaprire la discussione sul diritto di asilo e sulle regole di Dublino, nazionalisti e sovranisti rilanciano lidea distopica di una Ue arroccata su se stessa e timorosa del mondo che la circonda.
Per decenni, l’Europa è vissuta di mediazioni, a volte estenuanti, e di compromessi, non sempre limpidi. Ma erano pur sempre i figli di una riconciliazione che aveva posto fine a secoli di guerre. Adesso si fa avanti l’Europa dei muri e degli aut aut. Il tempo delle mediazioni lascia il posto a quello delle scelte. Non saranno indolori.