giovedì 25 novembre 2021

E' TEMPO DI RICONCILIAZIONE

 La bolognese Conti “Non rimarrò se lasciamo la sinistra”

di Silvia Bignami

BOLOGNA — Oggi Isabella Conti parlerà sul palco della Leopolda. La sindaca di San Lazzaro che in aprile Renzi lanciò alle primarie bolognesi contro Matteo Lepore per la guida di Bologna non intende nascondere la sua «sofferenza» di fronte ad alcune delle scelte recenti di Italia Viva. Come quella del patto con Forza Italia in Sicilia, che pare l’anticamera di un addio del partito di Renzi alla sinistra.

«Tra centrosinistra e centrodestra c’è un abisso di differenze — riflette Conti limando le parole che pronuncerà dal palco — Noi dobbiamo essere in grado di andare incontro ai bisogni delle persone. Ma dobbiamo farlo nell’alveo dei nostri valori. Sono certa che non si andrà a rincorrere altre istanze, ma io comunque resterò salda nelle mie radici, che sono e restano nel centrosinistra». Un messaggio chiaro, quello della sindaca di San Lazzaro. Una delle prime (e delle poche) che a Bologna decise di seguire Renzi nell’avventura di Italia Viva. Scelta dettata anche dalla gratitudine per l’ex premier, che da segretario Pd fu il primo a sostenerla nella sua battaglia anti-cemento contro le cooperative che volevano costruire un vasto complesso edilizio alle porte del suo Comune. Da allora però molte cose sono cambiate. Conti, lanciata alle primarie bolognesi per spezzare l’asse tra Pd, M5S e sinistra, ha perso raccogliendo il 40%. Ma poi ha sostenuto Lepore, nonostante «ci fosse chi sperava che poi mi sarei candidata contro. Ma a quale prezzo l’avrei fatto? Per governare poi si sarebbe dovuto scendere a compromessi con la destra. Invece bisogna intercettare il consenso e la connessione sentimentale con chi cerca un riferimento nei valori del centrosinistra, non con i populisti né con i sovranisti». Eletta a San Lazzaro con oltre l’80% nel 2018, Conti è da tempo corteggiata anche da Enrico Letta. Lei ha sempre detto no. Ma sul palco della Leopolda pronuncerà la parola «riconciliazione»: «È tempo di riconciliazione con la nostra famiglia, che è il centrosinistra».

La Repubblica 21 novembre