venerdì 12 novembre 2021

LA CHIESA ITALIANA: SILENZIO ASSORDANTE SUGLI ABUSI DELCLERO, PERCHE'?

 Perché soltanto la Chiesa italiana non indaga sugli abusi del clero

Come mai nel nostro Paese la Chiesa – unica fra le Chiese cattoliche europee, insieme con quella spagnola – non ha avviato alcuna indagine né indipendente né interna sugli abusi del clero? 

In questi giorni in cui si fa un gran parlare della situazione francese molti se lo domandano e immagino siano ben pochi quelli che pensano che il motivo stia in un comportamento particolarmente virtuoso del clero italiano.

Dobbiamo ricordare che in nessun caso negli altri Paesi queste indagini sono nate da esigenze interne all'istituzione stessa, ma sono state effetto di pressioni esterne, cioè di pressioni pesanti della stampa che ha aperto il coperchio che teneva nascosti i molti scandali. In Italia la stampa – fino a oggi – non si è mai impegnata in ricerche del genere: le notizie degli abusi compaiono soprattutto sui giornali locali, e scompaiono rapidamente.

Perfino in Spagna, dove la conferenza episcopale ha ammesso di non conservare dossier sugli abusi del clero, e quindi di non potere rispondere a domande a riguardo, il più importante quotidiano nazionale, il País – sulle orme del Boston Globe - ha avviato un'indagine indipendente, creando il primo database sulla pedofilia della Chiesa spagnola. Il bilancio per ora è di 816 vittime in 306 casi riconosciuti attraverso condanne e media, ma i numeri sono in costante aumento perché le vittime denunciano spesso solo quando vedono altre vittime farlo. Qui in Italia, niente. Anche se padre Zollner, il gesuita che consiglia papa Francesco sugli abusi, in una intervista sulla Repubblica subito dopo che è stata reso noto il risultato dell'inchiesta francese, ha detto che «le Chiese cattoliche di altri Paesi dovrebbero ora avere lo stesso coraggio della Chiesa francese. Spero che anche l'Italia si attivi. 

L'unico modo è quello della verità e dell'onestà».

Niente sui giornali – a parte ovviamente la lodevole eccezione di quello sul quale scrivo – niente da parte dei fedeli, da parte di quel popolo di credenti ancora abbastanza numeroso che frequenta le parrocchie. Non penso ahimè che questo silenzio sia una prova della fedeltà degli italiani all'istituzione, né una fiducia nella qualità del clero italiano: basta avviare questo discorso con qualcuno e si capisce subito che anzi è un sintomo di sfiducia totale verso le gerarchie, e soprattutto di qualcosa di ancora più negativo, di indifferenza, di disinteresse.

Noi cattolici italiani non abbiamo più un forte senso di partecipazione alla comunità di cui facciamo parte, non siamo desiderosi di contribuire a migliorarla, non pensiamo che sapere la verità su una vicenda che comporta vittime e sofferenze sia un dovere cristiano. Non pensiamo che la cappa di silenzio sui crimini avvelena tutta la Chiesa.

Se ci sentissimo veramente parte di questa comunità saremmo pronti a combattere affinché – a cominciare dalle gerarchie – tutti ci avvicinassimo sempre di più a quello che deve essere una comunità cristiana. Non lasceremmo che le critiche e gli scandali arrivassero tutti dall'esterno, da persone che possono essere considerate a priori nemiche della Chiesa. Non lasceremmo che oggi, in Italia, se qualcuno vuole informarsi sulla questione degli abusi del clero debba rivolgersi a un sito privato, la Rete L'abuso, fondato e gestito da Francesco Zanardi, persona certo meritevole ma così coinvolto personalmente - lui stesso vittima di abusi di un prete nell'infanzia – da indurre molti a mettere in dubbio le sue informazioni. Comunque, è Zanardi che rappresenta l'Italia nelle riunioni internazionali di abusati dal clero, anche in quelle organizzate dalle Nazioni Unite.

Se non vogliamo prendere sul serio le cifre sul numero degli abusati che il sito propone, sappiamo però che ci sono casi gravissimi, come gli abusi sui piccoli sordomuti dell'associazione Provolo di Verona, il cui procedimento è ancora in corso dopo anni, come se queste vittime non avessero bisogno di giustizia, come se ci fossero ancora dei dubbi sulla colpevolezza di seviziatori che non hanno insegnato alle piccole vittime il linguaggio dei segni perché non potessero smascherarli.

Una inchiesta seria e imparziale è indispensabile per fare chiarezza, per restituire credibilità vera alla Chiesa italiana, per rompere quel clima di indifferenza che è l'ultima tappa prima dell'allontanamento definitivo, per vivere veramente la compassione umana, il cui compito è soccorrere gli sventurati, come ha chiesto il Padre che è nei cieli che ha affidato la Terra alla cura degli esseri umani.—

Lucetta Scaraffia, La Stampa 11 novembre