domenica 21 novembre 2021

La sofferenza e…. una luce

 

Parlando dell'esodo dall'Egitto il Corano utilizza un'immagine: dalle tenebre verso la luce. Pur con parole diverse l'immagine della luce torna nella sura 93.

Il titolo della sura è emblematico: "il mattino che irrompe". Il titolo evoca la luce che dirada le tenebre, evoca la sofferenza – la sofferenza dell'orfano – che si fa trasparenza e incoraggiamento quando l'orfano incontra qualcuno che lo accoglie. E, nella solitudine del dolore (e anche al momento di morire), mi possa incoraggiare lo sguardo verso un Dio che accoglie l'orfano che ha smarrito il suo grembo materno. Ma mi potrà incoraggiare se io, donna, o se maschio pur senza grembo, ho cercato di essere grembo per qualcuno. Leggiamola, allora, questa breve sura, la 93:

Ad-Duha (Il mattino che irrompe)

Nel nome di Dio, misericordioso, misericorde.

Per il mattino che irrompe, per la notte che (tutto) ottenebra.

Il tuo Signore non ti ha abbandonato e non ti disprezza, e l'altra vita, per te, varrà di più della precedente:

il tuo Signore ti prodigherà tutti i suoi favori e tu ti sentirai pienamente realizzato.

Non ti ha forse trovato orfano?Ti accolse.

Non ti ha forse trovato smarrito? Ti guidò.

Trovato povero? Ti diede pienezza.

Va! All'orfano non fare violenza 

E non respingere nemmeno il mendicante, ma proclama i benefici del tuo Signore.

 

Sandro Vitalini, Ed. La Meridiana, pag. 92