lunedì 22 novembre 2021

UN CAMMINO LUNGO....UN PO' TROPPO LUNGO

 La "Moschea" Un iter faticoso,

qualcuno si è messo anche di traverso

PINEROLO «È stato un percorso molto travagliato, in certi momenti anche ostacolato con una punta di cattiveria, ma stiamo gradualmente vedendo la famosa luce in fondo al tunnel». A parlare così del lungo iter – oltre tre anni - che ha visto impegnati i promotori del centro culturale islamico è il suo progettista, Abdelhak Kchiblou, Abde per gli amici, il geometra 38enne di origini marocchine, ma da 34 residente nel Pinerolese. Dimostra buon carattere e tanta pazienza questo tecnico nel ripensare ai tanti ostacoli incontrati: «È vero che da alcune forze politiche e pseudo testate giornalistiche ci hanno messo più volte i bastoni tra le ruote, sembrava volessimo aprire un bordello anziché un luogo di pace e preghiera - ci dice - ma il vero problema è che in Italia manca una normativa che regoli la costruzione di una vera Moschea, cioè di una sede per il culto islamico, come invece è previsto per altre fedi, come quella valdese o cattolica». Il che ha comportato una serie di inconvenienti tecnici, lungaggini e maggiori spese, come riferisce ancora il progettista: «Uno degli aspetti più importanti, ad esempio, è che noi, a differenza dei luoghi di culto che sono esonerati, gli oneri di urbanizzazione li abbiamo dovuti pagare, oltre 60mila euro per la costruzione del centro, questo perché siamo considerati semplice associazione culturale. Molti problemi si sono avuti, anche la pratica di valutazione antincendio, che l'Amministrazione voleva firmata dai Vigili del Fuoco, ma per una struttura come la nostra, che non ha impianti, non è prevista», Fortunatamente l'Amministrazione di Pinerolo si è dimostrata collaborativa, «giustamente rigorosa ma collaborativa e ora abbiamo potuto dare il via ai lavori».

Intanto, è già stato realizzato il cappotto termico, «E anche in questo caso come associazione - sottolinea il geometra Kchiblou - non abbiamo potuto accedere ad alcun incentivo o sgravio. Ora fondi permettendo si procederà con le opere interne. Non è facile per noi questa realizzazione, poggiata tutta sul lavoro volontario e sui contributi donati dalla comunità islamica del Pinerolese e della bassa Val Chisone, che però non è enorme, dobbiamo andare avanti un po’ per volta».

La sede dell'associazione si sviluppa su circa 300 metri
quadrati: «Ci saranno locali per pregare, altri per incontrarsi e parlare: il centro culturale attuale, anche se estremamente piccolo è infatti già un luogo di riferimento anche per i tanti giovani africani soli o dell'Est, come bosniaci e albanesi, che cercano lavoro o che solamente cercano qualcuno con cui fare amicizia, un luogo che offra loro il riflesso della loro cultura».

Nell'intenzione dell'associazione c'è anche la possibilità di organizzare momenti di incontro e scambio con la città: «Questo sarà un centro culturale trasparente, aperto alla città, dove si potrà comunicare la nostra cultura, allestire mostre, organizzare corsi, conferenze e dove i nostri bambini potranno apprendere la lingua dei loro padri e dei nonni: tanti non la conoscono più, sono infatti davvero molte le famiglie immigrate che in casa oramai con i figli che vanno a scuola parlano solo più italiano.

Intoppi permettendo, il progettista Abdelhak Kchiblou, ipotizza che entro l'estate il nuovo centro culturale islamico del Pinerolese potrebbe essere Concluso.

SOFIA D'AGOSTINO, L’Eco del Chisone 17 novembre