lunedì 22 novembre 2021

UN PROFILO STORICO DEL MAESTRO DI GESU'

 Il Battista e Gesù

A questo punto siamo nella condizione di capire che genere di svolta l'arresto e la morte del Battista dovettero rappresentare per Gesù. Giovanni era stata la fonte della sua convinzione che la fine dei tempi fosse imminente. Come scrive Pesce (2020 pag. 106): "Possiamo ipotizzare che Gesù fosse certo che il Regno sarebbe venuto presto perché credeva nel Battezzatore che ne predicava l'avvento". Nell'attività del suo maestro egli aveva riconosciuto l'adempimento delle profezie sul ritorno di Elia: Giovanni aveva iniziato con successo quell'opera di conversione e di risanamento di Israele che doveva aver luogo prima che divampasse l'ira del "giorno grande e terribile del Signore" (Mal 3,23-24; Sir 48,10).

Tuttavia, contro ogni aspettativa, Elia era perito in quella tribolazione escatologica che lui stesso aveva in qualche modo prefigurato-o almeno così dovete sembrare a Gesù-allorché parlava di quel misterioso battesimo si spirito e fuoco che avrebbe presto sommerso il mondo. La portata dell'inattesa morte di Giovanni non era però tale da invalidare lo scenario escatologico in cui Gesù credeva. Elia era pur sempre venuto e dopo il ritorno di Elia non vi poteva più essere nient'altro che la venuta di JHWH e del suo regno. E’ forse in questo modo che Gesù riuscì a superare la dissonanza cognitiva tra la sua fede nel Battista e la dura realtà: Giovanni aveva previsto che il regno avrebbe iniziato a farsi strada sotto i colpi dei violenti che vi si oppongono, sicché la sua morte, lungi dallo smentire la profezia, confermava che la sua venuta in potenza era in realtà più vicina che mai (Marco 9,1 dove il riferimento a coloro che non gusteranno la morte non allude a persone estremamente longeve ma a un nucleo di discepoli che non periranno durante la tribolazione). Israele tuttavia non era ancora pronto per quel giorno. L'iniquità, i soprusi dei ricchi e dei violenti, lo stato di miseria e oppressione di tanti, troppi figli di Abramo, tutto questo continuava a dilagare. Era pertanto necessario che la missione di Giovanni proseguisse, per quanto in una situazione come quella attuale, segnata dal massimo scatenamento delle potenze del caos, qualsiasi tentativo di implementare riconciliazione e giustizia e di radunare un popolo guarito e restaurato doveva necessariamente risultare fonte di divisione e conflitto: un portare la spada, un gettare fuoco sul mondo. E’ dunque affinché la causa del Battista continuasse che Gesù, all'udire che Antipa aveva rinchiuso il suo maestro nella fortezza del Macheronte, si incamminò verso la sua nativa Galilea. Per operare anche lì ciò che Giovanni, seguendo il corso del Giordano, aveva fatto per gli abitanti della Giudea, della Perea e della Decapoli: annunciare la venuta imminente di JHWH e del suo Regno (che Gesù verosimilmente riteneva ancor più imminente di quanto già non fosse agli occhi di Giovanni, al punto da attenderne l'irruzione immediata in occasione di quella festa di Pasqua che gli fu invece fatale.) Mettere in guardia gli empi dalla distruzione che tale giorno avrebbe rappresentato per loro, esortarli al pentimento purificando anzitutto il loro cuore tramite atti di giustizia e di generosità, specialmente a beneficio dei più bisognosi, per poi completare il loro “ritorno” con l'immersione che ne avrebbe purificato anche i corpi, permettendo loro di stare alla presenza della santità divina che di lì a poco avrebbe invaso il mondo. A questo programma Gesù aggiunse un elemento che non sappiamo se già fosse parte dell'attività di Giovanni, ma di certo divenne, per così dire, la specialità del suo discepolo: la purificazione taumaturgica dei malati e degli ossessi da quella fonte straordinaria di contaminazione che li rendeva cronicamente impuri e, per l'appunto, inadatti a stare alla presenza della santità divina.

Che la missione e la predicazione di Gesù costituissero in ampia misura un prolungamento di quelle di Giovanni è un'ipotesi che trova solido supporto nella tradizione gesuana, la quale attesta chiaramente la diffusa presenza nei suoi diversi rami, di tutti i principali motivi associati al Battista”.


Federico Adinolfi, "Giovanni Battista. Un profilo storico del maestro di Gesù"Carocci editore, Roma 2021, pagg. 158-159.