sabato 19 marzo 2022

CELEBRAZIONE EUCARISTICA COMUNITARIA : DOMENICA 20 MARZO ORE 10

 L’essenziale

In questo inverno

rintanato dietro a atterrito dal fragore

di abbracci velenosi

di fratelli senza amore

ho trovato una conchiglia

raccolta non so dove.

Scarno, liscio involucro

che hai l’odore salmastro dell’estate,

di altri abbracci, dell’amore,

porti con te, leggero,

soltanto l’essenziale.


G. Arriva la primavera. I fiori di ghiaccio si stanno già sciogliendo, il ritmo della vita si accelera e anche noi sentiamo più forte il desiderio di incontrarci. Per questo oggi siamo insieme, a mettere in comune i nostri pensieri, le nostre ansie, le nostre speranze. Anche oggi siamo pronti a scoprire che dalla condivisione nasce qualcosa di più della somma di ciò che individualmente mettiamo in comune. In quel “resto” realizziamo la presenza di Dio nel nostro mondo.

1. Ho detto all’angelo che presiedeva la porta dell’anno: "Dammi, ti prego, una lampada
affinché con passo sicuro
possa andare incontro all’ignoto".

Ma l’angelo mi ha risposto:
"Va’ pure nell’oscurità e metti la tua mano
nella mano di Dio.
Questo è meglio di una lampada
e più sicuro di una via conosciuta”.

2. Dove possiamo vedere la Tua mano liberatrice, Dio che cammini con noi eppure Ti nascondi?

1. Insegnaci a seminare anche tra le pietre, a salutare ogni giorno che ci viene concesso
come un nuovo tempo di fiducia e di costruzione.

2. Parla al cuore di ciascuno di noi
e insegnaci a cercare la libertà, quella vera,
senza lasciarci incantare dal gioco delle apparenze, senza lasciarci scoraggiare dalle nebbie che ci circondano.

LETTURE BIBLICHE

Geremia 15, 16-19

16Quando le tue parole mi vennero incontro,

le divorai con avidità; la tua parola fu la gioia e la letizia del mio

 cuore, perché il tuo nome è invocato su di me,

Signore, Dio degli eserciti.


17Non mi sono seduto per divertirmi

,
ma spinto dalla tua mano sedevo solitario,


poiché mi avevi riempito di sdegno.


18Perché il mio dolore è senza fine


e la mia piaga incurabile non vuole guarire?


Tu sei diventato per me un torrente infido,


dalle acque incostanti.


19Allora il Signore mi rispose:


«Se ritornerai, io ti farò ritornare


e starai alla mia presenza;


se saprai distinguere ciò che è prezioso


da ciò che è vile,


sarai come la mia bocca.

Marco 6, 1-3, 5-9, 12-13

1 Partì di là e venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. 2Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? 3Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. […] 5E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. 6aE si meravigliava della loro incredulità.

6bGesù percorreva i villaggi d'intorno, insegnando. 7Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. 8E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient'altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; 9ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.[…] 12Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, 13scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

PROPOSTA DI RIFLESSIONE

Cosa rimane quando le parole affondano in un mare livido che riempie il cuore? Quando la rabbia dell’impotenza avvelena il luogo dove cerchiamo di trovare l‘equilibrio nei momenti di difficoltà? Quando la ragione, il nostro bene più prezioso, il più limpido dei riflessi di stelle invisibili e lontane, non riesce a dare un senso al male che persone fanno ad altre persone?

Bisogna ritrovare l’essenziale, bisogna ricordare l’essenziale. Ritrovare quel filo sottile e forte che connette e lega insieme ciò che ci rende chi siamo, i capisaldi del nostro percorso di ricerca. È un filo le cui due estremità sono entrambe ignote, ricche di fascino ed attraenti. Da una parte il sogno di noi stessi, la realizzazione del meglio di noi; dall’altra l’intero mondo intorno a noi, il terreno dove seminare, fare germogliare, coltivare qualcosa di utile, importante, bello, condiviso.

I due capi del filo non possiamo vederli, ma anche solo quel piccolo tratto che possiamo afferrare con le nostre mani contiene già nella sua trama qualcosa di utile, subito, quando ne abbiamo davvero bisogno, quando navighiamo a tentoni nel buio. La trama è il nostro senso delle cose, il fondamentale, personale intreccio delle nostre esperienze, di quelle di altre persone prima di noi, accanto a noi. È un intreccio solido, robusto che si proietta naturalmente verso il futuro e si arricchisce continuamente cambiando, di incontro in incontro, di incrocio in incrocio.

Il mio tratto di filo mi dice “Ricordati sempre di rispettare la persona umana, con tutta la delicatezza di cui sei capace, con tutta la tua sensibilità, con tutta la tua dedizione. Ricordalo ogni giorno quando svegliandoti ti rimetti in cammino, scrivilo sul tuo diario, scrivilo sulle pareti della tua casa. Impara ad amare la diversità nella quale si manifesta Dio ai tuoi occhi. Amala come ami ciò che diventi costruendoti, cambiando a passo a passo nel cammino. Ricordati spesso queste parole, soprattutto quando hai paura e ti senti confuso e sfiduciato”.

L’essere umano vede il suo mondo, riconosce la realtà nell’altro essere umano, si arricchisce a contatto con l’inesauribile diversità che ogni altro individuo porta con sé. Il punto più lontano del nostro universo è sempre l’altra metà, complementare, del nostro desiderio di chiudere un abbraccio.


INTERVENTI LIBERI


  1. Tu semini nel cuore della nostra vita

la speranza di una creazione liberata
da ogni violenza e da ogni discriminazione.

  1. Mantieni vivo in noi, nel più profondo di noi, il Tuo insegnamento per un un mondo di giustizia. Possa il ricordo di Gesù scaldare i nostri cuori
    e sospingerci nella conoscenza di tutti e tutte coloro

che cercano giustizia, tenerezza e pace.

  1. Aiutaci a trovarTi nella grande confusione di questi tempi,

dove ci giungono con prepotenza, ogni giorno,
messaggi che fanno prevalere lo scoraggiamento.

  1. Non lasciare che ci abituiamo all’iniquità e infondi nei nostri cuori tanta sete di giustizia.

T. Signore,
aiutaci a ritrovare ogni giorno l’essenziale, in tutti i momenti del nostro cammino,
anche quando sembriamo non accorgerci di chi ci circonda,

anche quando non abbiamo voglia di impegnarci,
anche quando vorremmo chiuderci nel nostro mondo individuale;
fa’ che le nostre parole, da vuote,
diventino dispensatrici di fiducia e di aiuto.
E fa’ che anche noi troviamo nelle parole,
nei gesti, nei sorrisi, nelle carezze,
nei rimproveri, nella fermezza degli altri e delle altre,
l’aiuto e lo stimolo per continuare il cammino della vita.


MEMORIA DELLA CENA della DIDAKHE

T. Ti ringraziamo, o Padre nostro, per la santa vite di David Tuo servo che ci hai fatto svelare
da Gesù Cristo Tuo servo.

A Te sia gloria nei secoli. Amen. Ti ringraziamo, o Padre nostro, per la vita e per la conoscenza che ci hai fatto svelare

da Gesù Cristo Tuo servo.
A Te sia gloria nei secoli. Amen.
Come questo pane spezzato era sparso sui colli
e raccolto è diventato una cosa sola,
così si raccolga la Tua chiesa dai confini della terra nel Tuo regno:
perché Tua è la gloria e la potenza
per mezzo di Gesù Cristo nei secoli. Amen.


P. PREGHIERA DI CONDIVISIONE

COMUNIONE

PADRE NOSTRO

PREGHIERA SPONTANEA


BENEDIZIONE FINALE

G. O Dio,

muovi le nostre mani

per costruire
le catene della pace e della giustizia,
perché il leone cessi di mangiare l’agnello, perché il deserto non invada le terre feconde, perché cadano le barriere tra popoli e persone.

L’esempio di Gesù nostro fratello
nel predicare e nel testimoniare, fino alla morte,
la rottura con tutto ciò che non ha anima,
ci ricorda anche noi, ogni giorno, possiamo rinascere:

ogni volta che facciamo un passo, come lui,
sugli impervi sentieri della libertà.
Possano nascere in questo solco i frutti
che Tu attendi dalla nostra vita.


Per la Comunità di Base di Pinerolo, Via Città di Gap

Sergio Speziale e Antonella Ippolito

PRIMAVERA

Se almeno l’albero del cortile 

si fermasse,

trattenesse la sua linfa

fino a che la ragione si risvegli.

Non ne conosce il sonno,

la pianta; non ne vede i mostri.

Sa il tepore dell’aria,

il suo segnale: “è tempo”.

Gocce verdi le gemme sopra ai rami;

dicono che ritornano le foglie,

dicono inarrestabili le ore,

il corso degli eventi. Non si colma

l’abisso che separa il fiore

che sboccia, dal trionfo di Caino.