sabato 9 aprile 2022

CELEBRAZIONE EUCARISTICA COMUNITARIA: 09 APRILE 2022 ORE 18.

..non si addormenterà il tuo custode..”



Saluto all’assemblea

G…Ma proprio quando lo scorrere lineare e prevedibile del cammino si fa incerto,

se non impossibile,

quando i conti non tornano, gli ideali sfioriscono e le aspirazioni evaporano,

Dio irrompe per trasformare il chronos in kairos;

non un tempo da cui fuggire, ma un evento da abitare e da vivere sotto l’azione dello Spirito …

da Tonino Bello “ Il tempo dello Spirito”


T Grazie o Dio, Padre buono di averci riuniti oggi per incontrarti e pregarti. Meditare la tua parola ci apre le porte delle nostre piccole e grandi schiavitù ci fa camminare verso la libertà.

O Dio, in questi tempi difficili noi ogni giorno abbiamo bisogno di sentirti vicino e cerchiamo il tuo incoraggiamento e la tua presenza.

Insieme ti vogliamo benedire nella consapevolezza che tu ci accogli così come siamo, con i nostri doni e con i nostri bisogni.

Silenzio


Letture bibliche

Io ti faccio udire cose nuove che tu nemmeno pensi.
Sono cose create ora, non prima, da un giorno tu le hai udite perché tu non dica: «Ecco io le conoscevo» ...
Sì, io lo so, tu tradisci, tu tradisci, «Peccatore fin dal ventre» è il tuo nome ...
Ecco io ti ho purificato, ma non con argento,
io ti ho scelto nel crogiuolo della miseria 

Isaia 48,6-10

1Il Signore parlò a Giona, figlio di Amittài: 2«Va’ a Ninive, la grande città, e di’ chiaramente ai suoi abitanti che io conosco la loro malvagità». 3Ma Giona non ne voleva sapere, e per fuggire lontano dal Signore decise di andare dalla parte opposta, verso Tarsis. Scese a Giaffa, dove trovò una nave diretta verso quella città. Egli pagò il prezzo del viaggio e s’imbarcò con i marinai per andare a Tarsis, lontano dal Signore. 4Ma il Signore mandò sul mare un forte vento che scatenò una grande tempesta. Tutti pensarono che la nave stesse per sfasciarsi. 5I marinai ebbero timore e ciascuno chiese aiuto al suo dio. Per non affondare gettarono in mare il carico della nave. Giona, invece, era sceso nella stiva e dormiva profondamente. 6Il capitano gli si avvicinò e gli disse: «Come? tu dormi? Alzati! Prega il tuo Dio! Forse avrà pietà di noi e non moriremo». 

Giona 1,1-6

Riflessione

La guerra appena scoppiata ci fa comprendere la piccolezza e la fragilità della singola persona di fronte alle tragedie che nessuno vorrebbe mai vivere. Essa è cosi vicina che ci mostra sotto i riflettori la nostra enorme paura e nel contempo svela la nostra umana miseria.

Questa parola definisce una condizione che poco volentieri associamo a noi stessi. Non la miseria che porta indigenza e fame, ma quella che si manifesta nel nostro lato peggiore.

La guerra è miseria umana, è codardia, isolamento mentale, incapacità di guardare negli occhi chi sta dall’altra parte. L’impossibilità del dialogo si fa, via via, cosa certa fino al punto che fare il primo passo ed aprire la porta dell’incontro, ascoltare la ragione dell’altro diventano un fatto disonorevole. Quasi ingenuo: è roba da bambini fare la pace.

Questo è il contesto che ha dato vita ai miei pensieri ed ho pensato a Giona.

Conosciamo la bella storia di Giona. L’inizio ce lo presenta nel momento della sua paura e della sua miseria di piccolo uomo fragile. E’ rannicchiato sul fondo di una barca mentre pensa di poter fuggire.

La nostra vita tranquilla e stabile si è trasformata in una barca in piena tempesta e, come Giona, abbiamo molta paura, ci nascondiamo e ci addormentiamo in fondo alla nostra barca. Il sonno ci porta il riposo e ci permette di non vedere e non sentire.

Finalmente un po’di pace.

Giona è tranquillo, lieto di essere riuscito a sottrarsi alla chiamata di Dio; “.. va e dì chiaramente che io conosco la loro malvagità.” Un impegno enorme che lui non riesce ad affrontare.

E’ umano Giona, ed è umano stare lì raggomitolati nella miseria, guardando gli eventi scorrere giorno dopo giorno.

La barca di Giona sono certi periodi della vita. Momenti nei quali, mentre tutti urlano, noi cerchiamo di dormire, facendo finta di niente. Vorremmo non ascoltare, vorremmo non aver sentito la voce di Dio che chiama proprio noi.

Dice a Giona il capitano della barca: “Ma come dormi? Prega il tuo Dio! Forse avrà pietà di noi e non moriremo”.

Dio ci raggiunge nella nostra miseria, a volte con la telefonata di una persona cara o con la mano di un amico che ci risolleva, a volte con una tirata d’orecchi.

E sulla scorta di questi pensieri ho incontrato anche Adamo, non uomo di profezia, ma nostro simile nella piccolezza creaturale.

Adamo dove sei?” “Mi sono nascosto” “Ho avuto paura”

A me piace questa piccola risposta breve e diretta. La capisco e mi appare come un’ammissione del proprio limite ed un uscire allo scoperto nell’ascolto della voce che ci interpella.

Basta poco per entrare in relazione con il Dio, basta quel poco di cui siamo capaci.

Egli ci cerca tra i giusti e i peccatori, chiama puri e impuri, obbedienti e ribelli.

Dio ci raggiunge nel “crogiolo della miseria” per offrirci una via diversa dal sonno. Egli crede nell’uomo, nella capacità di metterci in gioco.

E la Bibbia ci insegna che le storie umane poi proseguono, Giona viene gettato nel mare ed Adamo uscirà dall’Eden affinché possa crescere e capire.

Interventi liberi


Silenzio


1 Tu, o Dio, ci interpelli continuamente con i tuoi inviti:

alzare lo sguardo, guardare avanti, verso orizzonti aperti

e, nello stesso tempo, non perdere mai di vista le persone,

le cose vicine, piccole, quelle porzioni di quotidianità, non sempre gioiose,

di cui sono formate le nostre giornate e le nostre vite.

2 O Dio, non stancarti di venirci a cercare. Aiutaci ad essere come Giona, ad uscire per le strade delle nostre vite con coraggio ed a fidarci del tuo sostegno.

T - Nei crogioli della nostra miseria spesso ci addormentiamo, ma per fortuna c’è chi ci viene a svegliare. Il Dio che non si addormenta mai, non perde di vista le sue creature e le veglia sempre.

Nel momento della nostra fragilità e smarrimento si aprono fessure, si odono suoni, si percepiscono abbracci che ci annunciano Dio attraverso la presenza dei nostri fratelli e sorelle.

Memoria della cena

O Dio, nostro Padre, mentre ci apprestiamo a spezzare insieme il pane, dividendolo tra noi in memoria di Gesù, vogliamo chiederTi, di darci un cuore capace di vedere i segni della speranza che pur ci sono attorno a noi e di renderci capaci di diffonderli a nostra volta.

Nella fiducia che vogliamo riporre in Te o Dio, oggi rinnoviamo il nostro impegno a camminare seguendo i passi di Gesù di Nazareth e ripetiamo il gesto che lui ha compiuto durante la Cena con i suoi amici.

Gesù prese il pane e dopo aver alzato gli occhi al cielo a benedire il Tuo nome, lo spezzò dicendo “Prendete e mangiatene tutti. Questo pane è segno della mia vita. Se ogni giorno condividerete i doni della vita, noi saremo uniti ”.


P. PREGHIERA DI CONDIVISIONE


Preghiere spontanee

Silenzio

PADRE NOSTRO


Preghiera finale

Salmo 121

Alzo gli occhi verso i monti:

da dove mi verrà l'aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore,
che ha fatto cielo e terra.

Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
Non si addormenterà, non prenderà sonno,
il custode d'Israele.

Il Signore è il tuo custode,
il Signore è come ombra che ti copre,
e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte.
Il Signore ti proteggerà da ogni male,
egli proteggerà la tua vita.
Il Signore veglierà su di te, quando esci e quando entri,
da ora e per sempre.


09.04.2022

Manuela Brussino

per la Comunità Cristiana di Base

di Pinerolo Via Città di Gap