domenica 17 aprile 2022

ELIMINARE OGNI GUERRA

Francesco COMINA*

In questi giorni terribili e angoscianti ripenso alle concretissime utopie gettate alle ortiche in nome del cinico realismo storico: l'insonne lavoro di Papisca e del Centro Studi sui Diritti degli Uomini e dei Popoli per una riforma dell'Onu e del Consiglio di sicurezza in grado di riaprire uno scenario di tutela internazionale e sovranazionale, che intervenisse per dirimere le controversie fra stati.

E invece si è preferito puntare tutto sulla Nato (braccio armato dei governi dell'occidente) per interessi di strategia politica immediata, di forza e di mercato delle armi; l’impegno per uno stop alla produzione, al commercio e all’impiego delle armi e a una riconversione dell'industria bellica.

E invece si è continuato a investire cifre immense nel mercato delle armi e in tutto ciò che ne consegue; il tentativo di dare forma ad una Costituente Terra per salvaguardare i popoli del mondo, il loro diritto alla vita e alla libertà di movimento e il loro habitat naturale. E invece è prevalsa la logica dei confini chiusi, dell'etnonazionalismo, della chiusura identitaria sulla educazione alla pace e alla nonviolenza attiva nelle scuole, nelle università, nei progetti e programmi ministeriali, regionali, comunali.

E invece si investono pochissime risorse per questo ambito lasciato soltanto al volontarismo di singole realtà territoriali o di singoli insegnanti sensibili al problema. E tante altre concretissime utopie degne dell'umano per evitare la deriva del disumano.

Dobbiamo prendere atto che l'umanità ha saputo svilupparsi solo esteriormente, affinando strumentalmente il logos (la ragione) così da trasformare la clava in una testata nucleare.

Il procedimento che sta alla base della clava, come strumento per provocare la morte altrui, è rimasto inalterato nella storia fino alla costruzione della bomba atomica che in un lampo di fuoco ha divorato duecentomila persone a Hiroshima e Nagasaki.

Nonostante quello shock che ha provocato un velocissimo sussulto di coscienza (da cui nacque l'Onu, il costituzionalismo, l'art. 11 della nostra Carta, ecc.) l'uomo (l'umano) è rimasto antiquato, vecchio dentro, dominato da una sete di potere distruttivo, da una fame di gloria talmente insulsa da immaginare non solo la distruzione altrui ma anche la propria, l'autodistruzione, il suicido dell'umanità intera.

Ma l'uomo è vecchio non solo perché fa la guerra, ma anche perché la provoca, la ammette, la replica, la fomenta, la delibera, la discute, la dichiara nella maniera più palese, perché ce l'ha dentro, ne è strutturalmente ricolmo: armandosi e armandola terra, disseminando di armi il pianeta, investendo in milizie pronte a far fuoco, in sistemi d'arma futuristici, in ipotetiche guerre stellari, in una distruttività tecnologica nuovissima rinchiusa in un essere antropologico preistorico.

E così si fa l'opposto di quello che la coscienza davvero al passo con i tempi (atomici) dovrebbe fare: togliere la guerra, eliminare ogni pretesa, ogni atto, ogni segmento, ogni filo che possa potenziare ancora di più la guerra. Ossia negandone il potere. Negando l'abisso e non ammettendolo come si sta facendo in questi giorni anche nei nostri parlamenti.

*Scrittore. Tra i suoi libri: "Solo contro Hitler: Franz Jägerstätter" - "Il cerchio di Panikkar - "Il monaco che amava il jazz" - "Il sapore della libertà" "L'indiano e il bambino".

Qualevita 194