lunedì 11 aprile 2022

GERMANIA E AUSTRIALIA: INVIANO ANCORA ARMI ALL'UCRAINA

 E per la prima volta gli occidentali consegnano i tank

dalla nostra inviata

LEOPOLI — Dai tremila elmetti che la Germania aveva spedito in Ucraina all’inizio del conflitto suscitando un’ondata di ilarità, molta acqua è passata sotto ai ponti. La metamorfosi di Berlino da nano militare a Paese che si sta concedendo una traiettoria di cauto riarmo passa anche attraverso una sempre meno prudente partecipazione alla difesa ucraina. Berlino ha dato ieri il via libera alla consegna di 58 veicoli corazzati del vecchio arsenale della Germania est. È la prima volta che il governo Scholz consegna armi pesanti all’Ucraina. Così come è la prima volta che l’Occidente arma Kiev con dei tank. Esempio ieri seguito anche dall’Australia, che ha promesso i suoi Bushmasters, blindati armati di mitragliere. Ma ancora una volta Scholz si è preso i suoi tempi. Tanto che anche su queste forniture è scoppiata una polemica enorme.

Dalle ricostruzioni dei media tedeschi sembra che Kiev glieli avesse chiesti tre settimane fa. E che all’inizio di marzo il cancelliere Scholz si fosse opposto alle pressioni della ministra della Difesa Lambrecht. Ieri ha ceduto. Il fratello del sindaco di Kiev, Volodymyr Klitschko, è a Berlino e ha chiesto al cancelliere di aumentare lo sforzo per aiutare il suo Paese dal punto di vista militare.

I 58 panzer della Ddr modello PbV-501, attrezzati con cannoni e mitragliatrici, hanno ormai mezzo secolo. Alla fine degli anni ‘90 erano stati ammodernati e consegnati alla Svezia, poi venduti a un’azienda di armamenti ceca. Già nel 2019 l’azienda aveva chiesto il permesso al governo Merkel di poterli vendere all’Ucraina, ma Berlino aveva negato l’autorizzazione. La cancelliera temeva di compromettere il suo ruolo di mediazione nella vicenda dell’annessione della Crimea e dell’occupazione del Donbass. Con l’invasione dell’Ucraina, Putin sta spingendo la Germania a rivoluzionare le sue politiche di difesa. E i vecchi panzer della Ddr che arriveranno nelle prossime settimane a Kiev sono solo l’ultimo esempio.- T.M.

La Repubblica, 2 aprile