martedì 5 aprile 2022

IL PAPA SI FA DAVVERO PROSSIMO

  Il papa a Malta, il cuore a Kiev e in Canada

di Luigi Sandri   in “L’Adige” del 4 aprile 2022

Tre temi, del tutto diversi ma, in parte, collegati, hanno dominato la “tre giorni” del papa terminata ieri sera: a Malta la denuncia della persistente “guerra sacrilega” in Ucraina e il dramma dei profughi nel Mediterraneo e, a Roma, venerdì, l’incontro con le Delegazioni dei Popoli indigeni del Canada di fronte alle quali ha chiesto perdono per le violenze. Violenze - anche sessuali - che, per oltre un secolo, hanno subito i loro figli pure in istituzioni cattoliche.
Sabato e domenica Bergoglio è stato nell’arcipelago formato dalle isole di Gozo e Malta, dove, ieri, ha visitato la grotta nella quale, secondo la tradizione, riparò, verso la metà del primo secolo, l’apostolo Paolo sfuggito ad un naufragio. E quindi ha ricordato i profughi, tema maggiormente approfondito, da Francesco, il giorno prima, quando, dopo aver ringraziato le Autorità e il popolo maltese per l’umanità con la quale accolgono «tanti fratelli e sorelle che dal sud povero e popolato
si spostano verso il nord più ricco», ha rilevato: «Non possono alcuni Paesi sobbarcarsi l’intero problema nell’indifferenza di altri!».
Quindi, tornando al “tema del giorno” (l’Ucraina) del quale si occupa dal 24 febbraio, il pontefice ha notato: «Pensavamo che invasioni di altri Paesi, brutali combattimenti nelle strade e minacce atomiche fossero ricordi oscuri di un passato lontano. Ma il vento gelido della guerra, che porta solo morte, distruzione e odio, si è abbattuto con prepotenza sulla vita di tanti e sulle giornate di tutti».
 E che farà, egli, per ribadire la sua volontà di pace? «Il problema di un mio viaggio a Kiev è sul tavolo», ha detto, rispondendo alle domande di un giornalista.
Il terzo tema, affrontato dal pontefice venerdì a Roma, riguarda le molte violenze subite in Canada dalle Prime Nazioni quando, dalla metà dell’Ottocento alla metà del Novecento, con una politica programmata dal governo per «educare alla civiltà» le famiglie indigene - “esquimesi”, inuit, meticce -, migliaia e migliaia di ragazzini furono loro strappati e portati in “Scuole residenziali” dove dovevano abbandonare le loro tradizioni avite e la loro lingua, e diventare cristiani. 
Tali Scuole erano, per lo più, affidate alle Chiese (soprattutto la cattolica e l’anglicana). Ebbene, accanto a queste Scuole, anche negli ultimi anni, sono state trovate delle fosse comuni dove sono stati sepolti questi ragazzini. Una “scoperta” tremenda che ha gettato sconcerto nello stesso Governo, oltre che nelle etnie indigene.
Già nel 2017 il premier di Ottawa, Justin Trudeau, aveva chiesto a Francesco di visitare il suo paese per chiedere personalmente perdono, in nome della Chiesa cattolica, alle Prime Nazioni; ma egli aveva declinato l’invito. Ora, invece, dopo aver assicurato alla Delegazione di «provare dolore e vergogna per il ruolo che diversi cattolici hanno avuto in tutto quello che vi ha ferito», il papa ha
promesso: «Arrivederci in Canada, dove potrò meglio esprimervi la mia vicinanza».