giovedì 9 giugno 2022

I GHIACCIAI ITALIANI A RISCHIO

La situazione dei ghiacciai italiani è sempre più compromessa

I ghiacciai in Italia e nel mondo sono sempre più a rischio scioglimento: un ritiro silenzioso, metro dopo metro, che aumenta di anno in anno e, ormai, osservabile ad occhio nudo. Anche i dati non sono rassicuranti: infatti, secondo l’ultimo rapporto di Legambiente, ne sarebbero già svaniti solo sulle Alpi circa 200 negli ultimi decenni. Una situazione che riguarda tutto il pianeta, a causa del cambiamento climatico in atto e all’aumento della temperatura terrestre.

Come segnala il Nuovo Catasto dei Ghiacciai italiani, nel nostro Paese esistono tre ghiacciai con una superficie superiore a 10 km2: l'Adamello, quello dei Forni e il Miage e, purtroppo, anche per i più grandi ghiacciai d’Italia, è scattato l’allarme scioglimento. I dati dell’Università Statale di Milano sono emblematici: dalle ultime ricerche emerge, infatti, che i ghiacciai in Italia sull’arco alpino hanno visto una riduzione del 13% della loro superficie in soli 12 anni. Pensiamo all’Adamello, il ghiacciaio più grande d’Italia, che si estende tra la Lombardia e il Trentino, in alta Val Camonica, con i suoi 16.4 km2. Negli ultimi anni, tutte le sue unità di ghiacciai stanno vivendo una fase di ritiro e di assottigliamento, dovuta alle minori precipitazioni nevose che, in generale, riguardano tutte le Alpi.

Anche il ghiacciaio del Miage, nella Valle d’Aosta sul lato italiano del Monte Bianco (il massiccio più alto nel nostro paese) mostra una situazione preoccupante. Negli ultimi 30 anni si è ridotto di circa un metro l’anno, per un totale di quasi 30 metri. La situazione non è migliore nei pressi del Monte Rosa, per il suggestivo massiccio nelle Alpi Pennine, al cospetto del quale sorgono i ghiacciai di Indren, Bors, Locce, Piode e Sesia-Vigne. Lentamente, al posto del ghiaccio, si nota l’estensione progressiva di un paesaggio di sassi e rocce. Come non menzionare, poi, uno dei ghiacciai più studiati e osservati per le conseguenze del cambiamento climatico in atto: quello di Sforzellina, situato in alta Valtellina, che ha subìto un restringimento di 2 chilometri in 150 anni.

La situazione del ghiacciaio dei Forni è sotto gli occhi di tutti: quello che era il più grande ghiacciaio vallivo italiano e l'unico di tipo himalayano, di fatto quasi non esiste più. In poco più di un secolo ha visto sciogliersi quasi la metà della sua superficie, con la temperatura aumentata di oltre un grado. A rischio scomparsa, anche il ghiacciaio della Marmolada, la montagna più alta delle Dolomiti, che si è ritirato dell’85% del suo volume negli ultimi cento anni. Tra i ghiacciai quasi ormai scomparsi in Italia, figura il ghiacciaio della Fradusta in Trentino, del quale oggi è possibile vedere solo una estensione del 5%, rispetto alle testimonianze che sono giunte fino a noi.

I ghiacciai in Italia sono sempre più soggetti a un decremento costante, diventando sempre più sottili, fragili e inquinati. Se si continuerà con l’attuale trend, alla fine di questo secolo i ghiacciai italiani si saranno ridotti dell’80%. Un problema che, purtroppo, riguarda i ghiacciai di tutto il mondo. Un patrimonio fondamentale per il pianeta, sempre più a rischio a causa dell’aumento delle temperature che colpisce anche le vette in alta quota. Il surriscaldamento globale è causato proprio dall’effetto serra e dall’impatto umano nella cosiddetta epoca dell’antropocene, l’era in cui gli esseri umani contribuiscono ad alterare le temperature e il clima con i processi produttivi e con l’inquinamento.

Ma quali sono le conseguenze dello scioglimento dei ghiacciai? Prima di tutto essi rappresentano delle fondamentali riserve d’acqua dolce. Ad esempio, i ghiacciai alpini esistono da circa 10mila anni, ossia dall’ultima glaciazione, e nel tempo hanno iniziato a fondersi, fornendo acqua ai fiumi della pianura, tra cui il Po. Il loro progressivo esaurimento farà svanire anche l’incredibile apporto di acqua utilizzato per l’irrigazione delle coltivazioni. Inoltre, c’è un impatto sulla produzione di energia elettrica. Le dighe vengono costruite infatti soprattutto nei pressi degli ampi corpi glaciali. Inoltre, lo scioglimento dei ghiacciai impatta negativamente sui versanti delle montagne, facendo aumentare il pericolo di frane e inondazioni.

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