giovedì 2 giugno 2022

"PERCHE' LA CRISI UCRAINA E' STATA PRODOTTA DALL'OCCIDENTE"

 Ucraina-nato, la verità nascosta

Il Fatto Quotidiano

23 Maggio 2022

Francesco Sylos Labini

Ho seguito la polemica tra Furio Colombo ed Alessandro Orsini per varie ragioni: perché leggo abitualmente il FQ e ne apprezzo molte firme, perché ci scrivo di quando in quando, perché Furio Colombo era amico di mio padre che ne aveva grande stima dai tempi de L’Unità, perché ho seguito quello che ha scritto e detto Orsini. Mi sembra che il punto sia capire quali sono, al di là delle polemiche strumentali e dei "problemi caratteriali", gli argomenti sostanziali. Come tanti ho cercato di documentarmi leggendo fonti diverse e dando importanza maggiore ad articoli pubblicati prima dell’invasione, perché meno influenzati da una possibile propaganda.

 La mia bussola è l'articolo di John Mearshmeimer, professore di Scienze Politiche all’università di Chicago dal titolo "Perché la crisi ucraina è colpa dell’occidente" (Foreign Affairs.18.8.2014) in cui ben otto anni fa delineava con estrema chiarezza i punti chiave del problema: sosteneva che sono gli Stati Uniti e i loro alleati responsabili di questa crisi in quanto l’occidente ha cercato dal 2008 di trasformare l’Ucraina in un baluardo occidentale al confine con la Russia. Questa politica ha avuto tre dimensioni: la prima, e la più importante, è l’espansione della Nato verso est per includere l’Ucraina, la seconda è l’espansione dell’unione Europea per includere l’Ucraina e il terzo è la rivoluzione arancione, cioè l’idea di trasformare l’Ucraina in una democrazia liberale alleata degli Stati Uniti. Mearshmeimer sostiene che alla fine del vertice di Bucarest dell’aprile 2008 la NATO ha annunciato che la Georgia e l’Ucraina sarebbero entrate a far parte della NATO. Questo ulteriore allargamento sarebbe seguito a quelli del ’99 e del 2004 in cui la NATO ha inglobato la Polonia, la Romania, l’Ungheria, la Repubblica Ceca. Questo a fronte delle promesse dei primi anni ’90 che la NATO non si sarebbe espansa verso est. Queste in buona sostanza le argomentazioni di Mearshmeimer (che è assente nel dibattito pubblico italiano, ma viene regolarmente pubblicato su Economist -19.3.2022- , New Yorker -1.3.2022- ecc.): sembra che i fatti gli abbiano dato ragione e dopo otto anni possiamo rileggere il suo articolo ammirando la sua profondità di analisi. Anche Lucio Caracciolo ( shorturl.at/ruboq) proprio l’anno scorso avvertiva che “i prossimi mesi ci diranno se questa crescente pressione americana, via Nato, sulla Russia, sarà contenuta o se, magari inavvertitamente, produrrà la scintilla di un conflitto dalle imponderabili conseguenze”. Dunque, mentre Orsini tiene in debita considerazione questi lavori, non si capisco quali siano gli argomenti di Furio Colombo sulla sostanza del problema.